Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

solco, prolungando l'indagine nei tant'altri gruppi nmani abbastanza coe– renti con cui può ,·enire in contatto, entro « il popolo >) italiano. Non ]e << classi ))' non le 11 categorie>) - chè allora ci si ritrova ad as– sumere rappresentative <li tali corpi fantomatici ed inafferabili le << or– ganizzazioni » che ad esse si reclamano mentre costituiscono..,jn fondo solo, una prigione per le persone in esse interessate, a beneficio delle élites che vi comandano. Ma sì, ad esempio, i molti grossi-ricchi del nord, veri ba– roni con corte - cd i dissimilissimi baroni con corte del sud, più o meno di loro ricchi. Gli operai delle grandi industrie, al nord ed al sud, ed i dissimilissimi operai deUe industrie minori ed artigiane, sopratutto nel sud. Certi grassi mezzadri anicchitisi agendo da furbi verso i padroni della terra e da forti verso i hrac~ianti agricoli, molti nel nord pochi nel sud, cd i dissimilissimi piccoli mezzadri che lavorano affamati pur nel norcl ma sopratutto nel sud. E i braccianti di certe regioni del nord, che si sou conquistati un minimo di vita decente, ed i dissimilissimi braccianti d'altre regioni <ÌeJ nord stesso e più ancora nel sud, .servi della gleba, peoni, lutto fuor che gentè Jel ventesimo secolo. E gli .intellettuali, gli in– fegnanti, gli im1>iegati, i professionisti cosidetti «liberi», insieme etero– geneo che chiamarli tutti con un unico nome (piccoli borghesi, classi medie? od altro che sia) è violenza radicale alla verità. E le donne-di-casa, dapper– tutto: in graclazioui infinite di servitù o di libertà. E via via, all'in 1 fìnito, ognuno nel suo piccolo cerchio. Solo cosl sarà possibile rispondere alla domanda implicita nell'inchic– &lacli ESPRIT: il popolo, le persone ,,ive che costituiscono il popolo in Italia oggi, che pensano, che vogliono (o non vogliono)? che fanno (o non fanno)? E la risposta sarà mol1cplicc, non più pretenderì, di rappresentare tutti con una ideologia unica: ma perciò sarà veramente aderente alla real1à con .i suoi mille clementi, riuscirà a farci sentire l'atmosfera in cui si vh 1 e, le direzioni magari inconscic }ungo cui si agisce, magari in con– lraHo netto cc,n le Hlusioni dei fini propostici -sonori da Capi, ora, qui, io te noi. Senza questo, lo schedare numeri e fatti ha ben poco valore. Nè vale l'obiezione di psicologismo prevedibile eia parte dei cultori di ismi, È nello p:.icologico che i mo1h 1 i reali dell'agire umano si coslruiscono e ,si rive~ ]ano: perchè duuque rifiutarsi a considerarli come fondamentali, sol perchè la loro cosmica complessità non ci consente il facile piacere di sistemarli in classificazioni ben organizzate? ln sostanza, una sola verità generale può per ora dirsi. li vero mllle profond.o di cui soffriamo noi popolo italiano è determi– nabile fuori degli schemi abituali di troppi nostri ragionatori, non è eco• nomico nè intellettuale nè politico, li include tutti, è alla radice un male mOrllle. Una deformazione del carattere (non una malformazione, chè noi siamo in fondo come gli uomini. e le donne di tutti gli altri paesi, nè meglio 287

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