Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

conclude le sue riflessioni dicendo: e< dovrebbero provvedere ». Nessuno si dice: chi dovrebbe provvedere? Se si ha memoria di trent'anni [a (o se ne studia Ja storia in sensi non aulici, ricostruendo l'operare di allora della gente comune) $i sa C'he v'erano allorn., nonostante Giolitti e la Chiesa ed i iPerrone e la mafia ed il resto, gruppi d'italiani risoluti nel dirsi: noi dobbiamo provvedere, tro• vando noi i mezzi, forzando se occorre chi ]i ha a darli. Il ventennio nero li ha cancellati. Poi la guerra ha compiuto l'opera, Badoglio il re tutti i signori pronti a mettersi in stivaloni ecl orbace aiutando. Ed allora, tutto distrutto ed avvilito. è venuto di scena il ~i ano •Marshall: cd è stato troppo iacile, restando con la m!mo del mendicante tesa, rifare con i denari dello Stato nordamericano strade e ferrovie e ponti e chiese - e talvolta anche case c scuole. All'industriale cl'oggi è rimasta Ja nostalgia del tempo recente in cui suo ufficio era solo l'incassare profitti, scaricando suHo Stato Je per– aite; e così all'operaio, che vedeva arrivare il salario anche se in officina non si faceva nessun lavoro, Jo Stato provvedendo alle <C integrazioni » del caso. « Altri » ha dino a poco tempo fa pensato per noi, lavorato per noi, per rimediare i nostri guai. « Altri >> interessati, s'intende, ma comunque '<altri». Il risultato complessivo attuale è che mentre taJuui evitano la fatica di pensare il futuro ignoto e difficile dicendosi <e l'America penserì, a noi », altri scrollan da sè preoccupazioni d'avvenire dicendosi « Ja Russia peo– serà a noi ».. IJ che, tradotto nei termini spiccioli della vita quotidiana, conduce al medie• cittadino che dinanzi ad ogni problema appena un poco· faticoso pensa: il Governo, il .Partito, il Sindacato, la Chiesa, <~essi» in– somma, qualcun altro, lo risolverà. Anche questo importa assai, e va detto. Tante laeune altre si potrebbero elencare dell'indagine di ESPRIT, e tutte derivate dall'aver presentato, in luogo del panorama del popolo italiano ch'era nelle intenzioni dei suoi redattori, un panorama deg]i in– tellettuali d'Italia, non completo s'intende, ma abbastanza rappresentativo e nell'insieme desolante anche se vi brillano alcune luci no1evoli. La rappresentazione delle condizioni attuali del popolo, nella varia gente che Jo costituisce, rimane ancora da fare. E il saggio più vigoroso delle vie possibili l'han dato gli a-sistematici Dolci e Scotellaro 1 , riuscendo già a illuminare vivamente certi insiemi d.'italiani tanto determinati quan– to malnoti. I grezzi discorsi, tra di loro sconnessi, dei contadini d'una parte del ·sud che Scotellaro ci presenta, l'eloquenza non-statistica dei fatti d'un villaggio di pescatori siciliani che Dolci ci costringe a vedere, sono assai pii', illuminanti delle sintesi brillanti anche d'un Gramsci. Rimane, per chi voglia veramente capire il proprio ambiente allo scopo di lavorarvi efficacemente verso Pa,•venire, la chiara necessità di seguitare nello stesso 1 v. opp. cit. 286

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