Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

Scotellaro\ Oolci 2 e don Zcno 3 son portati ad esempio (da ESPRJT, per la verità, pili che da i collaboratori italiani), ma al fondo gli intellct• tuali italiani concordano nel ritenerli « utopisti », nel considerare che 1< pratico» è .soltanto battersi per fa couquista del Potere politico, cioù 1>roprio per arrivare a bere quel veleno di autoril.n che ha sempre toJtu· l'anima a chi è riuscito in <1uelsenso a vincere. E s'intendono le ragioni di <1uestoatteggiamcnlo, che molto spesso non sono affa110 deteriori, anzi. t sopralullo il cedere al bisogno intellettuale deUa sistemazione logica, alfo. sugges1ione delle gr:mdi dimensioni per le associazioni umane concepite come strumenti-d'azione in mano a Guide. ;1.fa c1uante volte invece v'è, SO· 1>ratu1to nei politici professionali, ben altro animo, la ricerca diretta del successo, la con<1uistn personale del potere, l'ebbrezza della polcnzn.per-sè. Chi decida di scegliere l'azione sociale in luogo dell'azione politica si dii un compito umile, difficile, senza grandi risultati visibili - chè si as– segna d'operare nei piccoJi folti òcl giorno per giorno nei piccoli gruppi d'uomini e donne con cui ha diretti contatti. Ma lo sostiene la certezza che i risultnti minimi cui pur giunge sono pietruzze rcnli apportale ad una costruzione che non anà mai fine - mentre gli apparenti grandi-risuha1i dei politici e di chi li segue sono o puro ,•ento (11l meglio) o generatori di illibertà, e spesso divoratori della persona stessa che "i si adatta e si ritrova al fine o comandante' o servo. Guardare la realtà sociale dcU'ltalia d'oggi signi!fica sopratutto ri,•ol– gcrsi agli nomini e donne vivi che ne costituiscono il popolo, ciascuno co. minciaodo col rivolgersi a sè stesso. Non si raggiungono per tal vie le ;i.mpie prospetth•e delle ideologie. Ben lo sa chi conosce in pratica la natura profouclamente dialellica (per dirla con un teJ1minc ttbbast:mza comJJrensibile seppur molto .abusato) del fallì sociali, il loro inter.agire JlCr cui nuche gli opposti risultano aUa fine legati Ira d1 loro dn catene di relazioni, cd ha quindi il coraggio di rispet– tare tale complessa realtà, si rifiuta l'illusorio pincerc di definirne una SUJ>poslnsistemazione unitaria. I tentativi di"ersi (<1uan1i « ismi ») di so– ,•rap1>orrc ai fntti l'ordinato reticolo di mm Jdcologi:, e const:ttarvi una suf– ficiente concordnm:a son possibili solo perchè ciascuno ad un certo mo-' mento chiude gli occhi a ciò che disturba il processo: i fatti si forzano :11• lora facilmente entro le maglie d'idee precostituite, secondo l'arbitrio delle 1>roprie fantasie logiche. Per contro, che vivezza di quadro dinanzi a chi si pone e resta sui piani molteplici e puramente empirici della realtà, ben sapendo che essi si ri. fiutano nfle classific.,zioni totali. Cosi è possibile veder cwergcre dall'in-. sieme buio e contrnclditorio e caotico della attuale condizione sociale ita: l v. ScoTELLARO, op. cit. 2 0,um.o DOLCI. Fare pre&10 (e bene) perc/1è &i muore, Oc Sih•a, Torino-l-~irenze 1953. ~ Zt::-o, , .. pubblicazioni ,•arie 1,u Nomadel/ia. 281

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