Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955
li quadro che ne risulta è molto nebuloso, e limitato in estensione e profonditì1, mn tuttavia contiene elementi abbastanza chiari, seppure le immagini particolari che ciascuno se ne forma siano spesso contuse. Uno s1udente romano (pag. U07) conslala che « .•. molli dei nostri governami ha,mo si rifiutato i11clividtwlme11te in. passato la me,rtalità fa• scista.: mt, la loro condotla è l'opposto di quella ciel resistente. /-fa1mo im– prmtto soprrtt.,ato ti clife,ulere h, stabilità, il loro sguardo è fisso sul pas• sato... ». Lelio Basso riconosce nel suo saggio (pag. 1495) che « ... non.v'è uomo polit.ico italiano e/te non abbit1, 111ell'opposi:ione. proclamata l'urgen:.a di riforme sociali, e che 110,i. sia sltlto preso negli ingranaggi ciel sistema mm volta giunto al potere, e trascinato sulla via stessct dei suoi prccleces• sori.. ,». Simone Gatto osser\ 1 a (pag. 1515) che anche « .. .la persistc11::.adi un sollo-prolewriato urbano nei. grnncli centri (ciel Sud) come Palermo e Na– poli ... » è un « .. ,.prm.lotto t.ipico non solo e/ella strutturn. arretrnta clella economia mr, cmche della ,,olitictt patern(/lista ed im.procluttiva dello Stato– italiatto verso le regioni del Sud ... » e che « ... gli int.elletfuoli del.le class~ medie che il Sud pr0<luce sen:« inwrruzione i,r, pro1>or::.io11i largc,me,ue ec: cedenti souo conclwuwt.i al.la riccrc(I.sfibrante d'un impiego pubblico ... (il che) li, situu nell'orbiw. e/elle classi dominanti ... e li sot.u,,e ctlle f,m:ioni cli guida che porrebbero llssumerc verso gli ambienti popolari ... ». C'è tra le righe, dappertutto, sem1>re presente e sempre rifiutata, )a idea ~lessa che noi rmdiamo da ficmprc ripetendo: lo Stato (cioè il Go,·erno, i Pnrliti, le Accademie, ecc.) non ha in l1alia alcuna funzione positiva. Sen·e solo, anzi, :id ostacolare ogni tcntath•o di costruzione d'av,·enire. Chi si av,•enturi sul terreJ10 d'azione dello Stato è condannato ad 01>erare al !fine nel senso della conservazione sociale anche se in buona Cede parta con la volon1ì1 di attivarsi o per Ja rivoluzione o per ]a riforma della so– cielì1 cioè rifiutandosi di riconoscere che il 1nondo sin bene com'è. Nessuno osa però dedurne la conseguenza che pur ne pare sponlanca: la neces,itì1 di porsi Cuori del piano dello Stato. Anzi, J. l\l. JJomcnacli conclude (1ntg. 1395): « ... noi non, rimpicmgiamo l'andamento ....molto po• lil.ico che lia preso questo munero (clclla rivisla), percl1è i dolorosi proble– mi che incontra l'Italia m.ocler11t1 reclamano """ solu:i.one volitica ... ». Nessuno osa riconoscere esplicitamente che v'è nel nostro paese una condizione per cui l'a:ione.socictle e I'tt:ione-politica sono l'una all'altra eslranee e nemiche - e che chi gunrdi ad un :ivveoire migliore e vi si avvii con volon1i1 di liber1:1 per sè e per il pro1>rio prossimo non ha che una scelta, rifiutarsi all'azione poli1ica, concentrarsi sull'azione sociale. Nem– meno pnr abbia insegnato nulla, l'esperienza francese dei preti-operai, i <1trn.lin sostanza dicono che non si può costruire nulla ,slanclo chiusi nella Chiesa (che è parte essenziale dello Staio) ana anzi bisogna uscirne, agire uomo tra uomini da uguali iu condizioni uguali, cioè immersi direttamenté entro la società. 280
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy