Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

Nonostante tale emigrazione, che costituì quaSi ovunque i t< quadri >, direttivi del Partito comunista, il lievito anarchico che nel primo dopogun– ra e nei primi anni della dittatura aveva influito sul comportamento rlei simpatizzanti socialisti, continuò a produrre i suoi effetti per vari anni an– cora fra i comuuisti e i socialisti di numerosi centri delJ'isola: sia [avoritQ dall'atteggiamento di color che avevano :finito per farsi organizzare, non avendo saputo o voluto associarsi fra loro,t sia dalla stampa libertaria dagli stessi ricevuta e diffusa, fin dalla metà del 1944.~ Tanto più che non erano 1>ochiquei giovani che richiedevano la tessera comunista o socialista, nella certezza di tro,•are in quei partiti una base teorico-pratica effettivamente rh•oluzionaria, socialista ed antiautoritaria. E saranno proprio queste gio– vani energie, che, negli anni seguenti, per auto-maturazione politica e so– ciale e per propulsione dall'esterno, cioè da parte degli exfuorusciti cd exconfinali anarchici, daranno luogo ad una fioritura di gruppi anarchici sicilia·ui, diversi e pii1 efficienti di quelli nominali del periodo prefascista, nella misura in cui re.s1>ingeranno le viete formule « istintiviste )J e depor~ rnnno dall'Olimpo le <e personalità » essenzialmente autoritarie ed i sacer– doti dell'Esperienza. Erano pochi coloro che, dopo I' 8 settembre, avrebbero potuto evitare in parte le defezioni di militanti anarchici, contribuendo ad una inune– diala dnascita del Movimento stesso. Primo fra tutti Paolo Schicchi, che rappresentava il centro, a cui facevano riferimento gli anarchici ed i sim- 1>atizzanti della Sicilia, ed intorno a cui, fin dal settembre del 1943, si raccoglievano numerosi giovani e vecchi amici, ammaliati dalla persona– lità dell'Anarchico, o richiamali dalle aderenze su cui ques1i poteva contare a Palermo. J\.h l'influenza esercitata da Paolo Schicchi fu ancora una voha dispersiva e contradittoria. All'indomani dell'armjstizio, Paolo Schicchi - tornato dal confino <li polizia nel corso del 1942, per essere ricoverato nella « Clinica oto » di Palermo - pur sventolando il suo anarchismo individuali.sta, negante <1ualsiasi metodica organizzazione.funzionale cli gruppo, propugnò, in pra– tica, Ja generica politica frontista antifascista e antimonarchica, ava11ando a nome de « I Libertari )> proclami e manifesti redatti dai partiti po1itici palermitani; e riproducendo in un numero-unico, tutt'altro che libertario, dato alle stampe i'I 25 settembre 1943, una presunta lettera di Carlo Sforza a Vittorio Emanuele III, del novembre 1942, seguita da un ingenuo quanto Jibdlistico e retorico commento persouale. 3 rispeuivameme dcll'l:I rebbraio e 22 febbraio 19-17 (a. XXV, n. 6 e 8), Giuscp1w Gior– lando di Grammichele (oggi candid:uo de.I M.S.U.P. al Parlamento regionale Siciliano), Giorgio Nobili1::i di Vinori::i, Calante C::ispare di Alcamo, Domenico Belletti e Gaetano Caglio di Agrigento, Ignazio Bullitu di 8::igheri::i, Seb::istiano La Valle di Messina. 1 Cfr. A. F.\11.1..1.. Le/tera d11lfoSicilia, in Bolleu,'no lntemo della f.A.I.. Bologna, giul[OO 19-18 (a. 111, n. 6). ~ Specialmente L'Adunata dei Refrattari. -3 Cfr. P. Sc111ccm. Chiacl,ieppe il vittorioso. in Conversa:ioni Sociali (tena serie), 39

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