Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

sempre pili frequenti e pressanti richieste di giornali e di materiale di propaganda. Per capire questa sete di scritti nostri bisogna ricordare innanzitutto che il fascismo a,·eva fatto disperdere in Italia quasi ogni traccia deJJa preesistente letteratura anarchica. Ma oltre a ciò vi era il fatto che tutti reclamavano un foglio nostro che ci situasse uell'attuaHtà, che espr.imesse con chiarezza le nostre idee sugli avvenimenti quotidiani e proponesse ten– tativi di solnzioni nostre per i tantissimi problemi che tormentava11.oallora il popolo italiano. Si cercavano tutte le vie per sodisfare questa necessità: e vennero stampati e diffusi in ogni occasione manifesti e manifestini ad hoc 1 • Già contemporaneamente al giornale clandestino si era incominciata a Napoli Ja ristampa di chiare opere anarchiche come aiuto efficace per la conoscenza e Ja diffusione dellè nostre idee. Si jncominciò ne] settembre 1944 con « Anarchia ))di E. Malatesta che uscì pure clandestina e che venne seguita poco dopo da « Che cosa vogliamo >) 2 dello stesso autore. Malatesta con la sua immensa capacità di esporre una reale profondità di t>ensiero in forma semplice e chiara e tenendosi aderente :Si casi concreti della vita, era più di ogni altro adatto per questo pr~mo Javoro di seminagione. Nel dicembre 1944 si pubblicò « Spagna Indomita)) di P. Opiso, che pen– siamo sia stata, dopo il fascismo, la prima pubblicazione suHa esperienza rivoluzionaria di Spagna: modesto contributo per la conoscenza degli av– \'enimcnti di Spagna· dopo la vittoria di Franco, dato che l'autore, Papirio [sopo, un militante della C.N.T. non anarchico ma simpatizzante per noi, aveva potuto fuggire dalla galera franchista dopo di aver vissuto di per– sona la lotta contro di lui. Nel febbraio 1945 uscì « Sindacalismo Rivoluzionario », ripubblica– zione integrale della Dichiarazione di Principi dell'Associazione Interna– zionale dei Lavoratori (A.I.T.). 3 Dato il caos che esisteva nel campo sindacale, quel testo poteva aiutare i lavoratori (vedi lettera ad A. Borghi pag. 98) a ripensare o motivi da cui si erano animati nel passato, ed eventualmente a dedurne orientamenti per le lotte operaie nel cli.ma nuovo dell'Italia post-fascista, avvelenata dalle collettivizzazioni bugiarde del corporativismo. In maggio, sempre nel.lo stesso anno, uscì un altro volumetto « Pensieri e Battaglie»' una raccolta di scritti (con il poco materiale che allora pos• 1 Ne riproduciamo qualcuno a pa~. 80, ll2, 109. : « Che cosa vogliamo » era il programm:a formulalo da MalateSla al Congresso di Bologna del luglio 1920 ed accc11a10poi come programma dcll'U.A.I. ~ 11 1cs10era stato tradotto letteralmente da « Trade Unionism or Sindacalism » di T. Brown pubblicato a Londra nel 19-10da Freedom Preu, le cui pubblicazion.i po• temmo aver per prime a Napoli e che ci furono di grande aiu10 e di grande conforto perchè rompevano il nostro isolarnen10. • Ques1e pubblicazioni erano edite dal Gruppo cdi1oriale di « Rivoluzione Liberta• ria •• composto da Armido Abbate e dai due auuali redattori di « Voloorà •• gruppo che infine avev:adovuto noti6care la sua costituzione come impresn ~n:-a: profitti secondo le 17

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