Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

Il buon senso 1wggerisce che la u,tra vita pubblica del popolo comincia nelle sccli locali, cioè nel Comune an:iturto. È nell'ambit.o del Comune che le libere associa:ioni ~i ,·aggruppa110 per studi e lotte concrete; nel Comune ,,ossono impiarilarsi fo prime ge• stioni coopemtive di. imlustrie o di /attorie; ccl è ne/ Comw1v che si realiz. z,1110 con, meno difficoltà le prime gestioni pubbliche ui snvi:i. collettivi. In questo senso chiamiamo trilli i comp"gni atl wu: artit.·" 1mrtecipllzio11e alla vita locale. Orft occorre conclmlere l'epura:Umc, rompere le ctimorrc mitiche e rece,11.i. M,r il vero compito nostro è ben piÌI.t1l.todel desig11art> 1'i:io e Caio fascisti superstiti o Ctlio e Sempronio fnscisti con 1111'altrn etichetta. Com• battere e costruire sono i clue volti. simultm,ei del nostro luvoro: ce l'ham,o inseg,wto i compagni della Spagna insorta. Anche (In noi sou dappertutto attivi nemici. aperti o clissimulat.i del/<1. libertà.. Anche da noi m,mca,U) dap– pertutto case, scuole, trasporti, ospedali, servi:i pubblici <·/fìcient.i. Dap– perllltto la. ricosrru:ione va affrontata con spirito di pionieri, avendo in mt-me un. mondo nuovo, umtmo e libero. Noi dobbiamo :,eg,rnforc gli i11-– CQnve11ie11ti più gravi, le iniziative buone e <1uellesbagliate. E proporre fl:::.ioni concrete:· mostrare che le soluzioni libertari<•son sempre le migliori, nelle associazioriì loculi ed. in tutto il ctimpo del. Comune, " son sempre possibili. Al lavoro, tulli, ,,er ,ma nuova intensa t;Ìl(l locale. Avflnti verso il libero Comune/ 1 L'a fisionomia peculiare di « Rivolu:ione libt>rl<1ria » si doveva ap• punto a <1uesto tentativo di far aderire le idee anarchiche di sempre alla imprev,•ista realtit del presente. Ci si accorgevo che i vent'anni neri noo si potevano nè ignorare nè cancellare, che era im1>ossibiJc riprendere il lavoro I:, do"e 1'avevnno interrotto i nostri compagni (fossero pure grandi come Malatesta, Fabbri o Berneri), che c'erano esigenze nuo,·e, proble– mi nuo\'i da affrontare, seppur con lo stesso animo loro - e da affrontare non nel chimo dei gruppi ma nell'azione quotidiana di ciascuno, non io teoria ma in pratica. Primo Con,•egno dei Gruppi Liberturi dell" Italia Meridionnlt>. I nostri gruppi erano aumentati <li numero e ser"cndoci di tutte le occasioni - gente di passaggio, compagni che affrontavano in condizioni difficili ]uughi viaggi -, le comunicazioni erano stabilite tra di noi. La stampa \'eniva diffusa, nelle fabbriche, nei gruppi di giovani amici, trn i contadini, ed era letta avidamente, richiesta con insistenza. Si rendeva 1 Ne1l1 ricc.a corrispondenza di aUora che o,;1i1uh,a un Ja,'oro ign<110ma pre:Uo• E.issimo, insi&levamo e:ulla neceui1i di in1ere1uui a1Ja vili locale. Ne dianto un iaggio «in la lenen a 5. Diana di A\'tllino (v. pag, lll). 14

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