Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

,lerno ai \'ecciti amici, d1e era un saluto al loro passato e presente. Ma queJlo era un sindacato unicorporati"o non contene"-a in sè elementi di scissioni, nè di accaparramento. Per l' U. S. I. la cosa è un'altra: essa era e non potrebbe essere che pluriprofessionale; quindi la sua esistenza pre. supporrebbe la scissione (e J'impegno di crearla da parte dei vostri grup• pi!), in ogni cori>orazione. Una enormità! (Beninteso senza che io· non "eda, il ridicolo deJl'unitarismo mallge-tout, degli altri). Per questo volli parlare, perchè almeno non mi si credesse consenziente a simile punto di partenza in sè catastrofico, nè necessario ideologicamente, nè utile, nè pra. ticabile, nè capace di quantità. Quella si ebbe nell' U. S. I. 1>ercondizioui particolari di tempo (1913-22) dopo la guerra tdpolina, e per la. disiuté– grazione delle correnti marxiste, aletme deUe quali andando a sinistra ,·c. nivauo \'Crso di noi; oggi invece a destra o a sinistra che vadauo, vanno verso la reazione o J'accentramento ... 1.1. Rico,10.sciamo che la .situazione che si creò subito dopo le nostre dcli– bera::ioni del settembre fu ben, diversa ,la, quella che noi prevedevamo. ln/att.i. la C.G.I.L. creata a Roma dai furu:ionari dei. tre partiti, in– globò in breve tempo la precedente C.G.L. creata. tra Napoli e Bari con. ima pi.ù. l.arga.partecipazione dei lavoratori. Anche la F. Gente di Mare ed il S. Ferrovieri, i due organismi che avevano sempre conservata la loro autonomia, aderirono 'alla C.G.1.L. Si raggiwise così di fatto l'unità sinda– cale: ma una ben povera unità che era fonda.ta sulla inerzia e sulla /JaSji– -vità dei lavoratori, cioè che faceva propria la triste credit.à fascista. Oggi la stessa unità .s'è proiettata anche nelle regioni del nord dove i lavoratori. sono meno « maneggiabili ». La situa::ione com11le.ssiva è quindi mutata: percltè vi sono zo11e dove nonostante la sovrainteuden::a della C.G.l.L. è possibile un certo grado di libertà locale, sia pure relativa. La sostaJ1:a è quindi. la sovrapposizione di due realtà delle quali non sappiamo se tu ti renda ben conto. Da una parte, l'orientamento di molti compagni verso il lavoro si11dacale, sia pure entro la C.G.1.L. la possibilità per i ·nostri di svolgere dell'utile lavoro al.traverso I.e Camere del Lavoro locali, per quaru.o premuti dalle volontà di asservimento dei comuni.,ti. Dall'altra questo feticcio dell'Unità, usato a tutto spia,10 per tenere insieme tutti, dai cattolici agli anarchici, e qufodi conducente a sirua:::io,1i spesso strane, cioè ,m'Unità. che, .,pccialme,ite ,aelSud, è di frequeme priva di senso o negativa. Nel Nord, i ,w.,tri. compagnLison giunti. or ora a chiedere alla C.G.I.D. che ci asseg,1i un posto di· quarto segretario ,ur::ionale (per Attilio Sassi che si ritroverebbe con Di Vittorio Lizzadri e Grandi). Nel Sud i contadini pugliesi si battono, è tra di e.,si sono, Compagni non funzionari, alcuni elci nostri migliori.: ma all'infuori di essi tutto è stagnante. Quindi noi non abbiamo certamente più' la .speranza di poter ora costituire una cen– trale sindacale autonoma, nè la prete.sa di controllarla con i. nostri Crup,,i. Dobbiamo però avere un atteggiamento in merito alla lotta sil1dacale. 103

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