Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955
guerra continuava la sua opera micidiale ne] mondo, ed al fondo anche noi non eravamo ancora foori del tutto. Eravamo di fatto disorientati, ancora incapaci. di concepire il mondo senza guerra. La confusione regnava so-– nana, nelle idee e negli uomini, nelle parole e nei fatH. Ritrovarsi era molto dilficile, eppure che ansia di ricerca. E che gioia, che senso di miracolo, ad ogni minimo contatto realizzato. Qualche Jet– tera cominciava ad arrivare dall'America del nord, dall'America del sud. e Che gioia, eia.e emozione», scriveva da Montevideo Luce Fabbri il 30 Ju, glio '44, sol perchè aveva avute, via Londra, noslre notizie ed il nostro indirizzo. « Queste che arrivano speuo son. voci di risurrezione » scriv~va da Palermo il 31 agosto '44 Pao1o Schicchi. Da tutte le parti s'intendevano le stesse espressioni. Ci ritrovavamo in un'atmosfera di giovinezza, col eenso miracoloso della vita che ricominciava. L'avvenire appariva carico di buone promesse, in quella tensione d'amiciza e di solidarietà. Ponti efficaci per corrispondere con i lontani sono stati in quel tempo i compagni rimasti o in Inghilterra o negli Stati Uniti o nella Svizzera. Da loro, attraverso giri lunghi di mesi e mesi, venivamo a sapere che nella. nostra stessa città vive,·a ignorandoci ed ignorato da noi qualche compagno superstite. Tutti, non solo compagni ma anche amici, perfino solo cono– scenti, erano ansiosi di aiutare in questa impaziente ricerca. Con la cen– sura militare in (unzione, si doveva ricorrere al linguaggio 6gurato: erava– mo membri di un'immensa famiglia, piena di zii e di cugini e di Cratelli e nipoti. E la finzione era solo per 1o stato civile: in realtà il ritrovarsi, dopo gli scampati pericoli, con l'animo addolorato per la perdita di qua]che persona cara e angosciato per tutti i fotti terribili accaduti nel mondo at– torno a noi, creava legami di viva solidarietà, anche tra persone che si conoscevano appena. Ci si sentiva tutti vicini; Ja diversità delle idee cheta– lora v'era tra noi non aveva alcuna importanza. Anche ora, come fa bene al cuore ripensare quel tempo in cui ]e barriere ideologiche non conta,, a.no nulla: ciò che contava era la fede1tà dimostrata da ciascuno al suo proprio idea]e, la fermezza di carattere con cui era passato attraverso tante tra– giche prove. Da] lontano 1\lessico, ecco un saggio della corrispondenza di allora. Così mi scriveva Marceau Pivert, un eminente e stimato socialista francese eh 'io avevo visto una sola ,•olta a Parigi: Messico, 24 aprile 1944 Mia cara cugina, debbo alla nostra cara amica Mollie il piacere di avere vostre ,wti:.~ cd il vostro indiri:.:.o: mi congratulo che voi abbiate potuto traversare que– sto terribile pe.riodo di prove di ogni naiura, e mi affret.to ad inviarvi i mi~i saluti e<li m.iei auguri affett.uosi per l'avvenire il più soleggiato che io possa augurarvi. Non ho eia parte mia clie poche notizie della famiglia 1 , ma io so che 1 La ramiglia, e !ot1in1c,o, erano i 1uoi amici politici. 8
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