Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

Egli p:me Jalt.. crilica (realistica, 11011 teorica) del !atto « Stato » quale oggi si pre• &enta, e ginogc a negarne non eolo l'eternità ma anche la necessità. Lo vede, e Jo dice assai bene, oome un• « forma transitoria », attuale ancora nel nostro tempo con gli St11tÌ• nazionali, ma situala entro un Ru880 d'uionc eociale che la trascende, che va ohre. Egli vede anche bene i diletti propri degli Stati nazHlnali, considerati sia dal punto di vista del mondo-unico sia dal punto di vista delle pcre.,ne singole associate. Tuuavia, conclude indicand& come via praticabilt la costituzione d'una Federazione di Stati, che cancelli le frontie«;, che apra davvero il mondo nel 8UO insieme all'u:ione di ciatcuno e toui i gruppi umani. E: il solito errore di mohiesimi, che non osa110proitltare in volon1à di avvenire le conclusioni critiche :. cu·i giungono nell'oggi quando esaminano l'operare neceuariamenlè negativo di ciascuno SlatO particolare nel presente. E nel caso dell'A. la chiave di questa contraddizione è anche esplicita: chè egli concludo con idee ~l'uno 1>seudo-crietianeeìmo, euppone che i 111111.i del mondo vengano dall'abbantlon-o di un ineicme di nor111emorali co1>er1econ tale targheua ma che nella. realtà del rauo 11ocialc « eristiane&imo » non 11011 mai rilrovabili. Dovrebbe invece dire: siamo dove siamo, con questo mostruoso potere assunto dogli S1ati-nazionali (sian CS8idi democruia progrCfleiva o di democrazia senza aggetlivo), pro– prio tra l'ahro percbè da eccoli i preti eouo il nome di Cristianesimo dicono ai J)Opoli: dote a Cesare ciò che è di Cesare, pensate al mondo di lii prima che al mondo di qua. Predicazione che genera e 808liene l'incnia delle persone e dei loro gruppi, L'iner,.i11 che. per contrapposto, è la causa J)iù di tulio efficiente nella oo8lituzione degli insiemi :anchilosati di privilegi e di pregiudizi che si chiama « Stato ». dappertullo. ( (ederalisti, in genere, non si rendono conto che pri'ma di pensare .1. federare lt: persone ed i gruppi di persone via via più vasti è indiepensabile preoccuparsi del moh)re di lutto: la rinaacita fuori delle discipline, fuori dei conformismi, dello volonlà d'un giudizio personale cho eia norma spontanea dell'azione di ciascuno e quindi dell'azioni' dei tutti associati in eolidarictit ed in competizioni fraterne, E: una ovvia constatazione che il potere dei poli1ici, dei miliuri, dei preti, ecc. (doè di tutti i Comandanti ed i Capi) perde in potenza ogni voha che un uomo una donna più uomini più donne auociati cominciano a voler giudicare da sè, o prendere iniziative solo secondo se stoni. Non è quindi con analisi ideologiche, ma con l'azione pratica, nella vita quotidiana, che si può influire in tal scneo; cominciando da sè stessi, procedendo con la virtù dell'esempio attorno a sè. Nella luoo di ques1e freuolosc riflee&ioni può ben· rispondcr&i al quesito che l'A. pone, e dire: ai mali presenti di ciascuno tlegli Stati na%ionnli non porrà rimedio nè fo costl'tudone di uno Stato sopran.a%ionale, nè la federazione tra gli Stati. na=ionali qua!i sono. La via del rimedio si imboccherà nella mi8ura in cui si riesce a mettere in moto volontà di fare-sociale al difuori. tlello Suita - cioè a incamminarsi, persone e gruppi e eomunilà e,cc., sulla via dell'ammini&trare, abbandonando la via del comandare e (s'in– tende) dell'ubbidire. Quando alla nazione politica si surroga l'azione sociale, le di(fìoolti, si affrontano d'accordo come problemi-di-cose non già problemi di Po1ere, l'avvenire •è in marcia. Solo allora: anche se allora è moho poco o così pare, Queeta chiarificazione era neeess.aria, Tra gli an,ici federalisti (e sopratutlo tra co• loro che aman dirsi « (. integrali1ti ~) v'è un lievito di aspirazioni in sostanza libertarie: ee,gj lascian poi che per via lo soffochi il conservare germi da cui tutto l'errore può 8em• pre rinascere. Anche uno « (ederazione di Stati >1, ar6dota di necessità a politici di pro. reuione, con il sostegno nece568rio di militari e 11reti anch'essi proFessionali, anche se sia per ipotesi abbastanza libera, dovrà comunque nueerc irretita in una Costituzione, cioè in un ineieme di Poteri 11111i gravanti sui citladini. Sar1i illibera YCrSC' lavvenire, 708

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