Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

evoluzione delle comunità umane è lo Stato mondiale o la tendenza a riunirsi in federazione è il sintomo di questa evoluzione dello Stato-na– zione verso lo Stato mondiale. Lo Stato è diventato "" a,racro11ismo politico. Ragioni d'altro ordine sono i cam– biamenti che nell'ambiento umano risultano dalle i1wcnzioni scienti[i. che. E' luogo comune l'aUermazione che il mondo moderno è già fin da orn un'unità economica, in cui riec• chcggiimo tutti gli avvenimenti ovunque si verifichino. Lo sciopero in una fabbrica di juta nell'India diminuisce i dividendi di chi vive di rendita ud es. a Londra cd il ca– lare dc] gusto vittoriano per il mo– gano ha portato poveri& e malattia ali' Honduras britannico. li coeffi– ciente principale di questa unità di struttura è l'abolizione della distan. za. E non sembra che l'aumento di velocità nei sistemi di comunicazio– ne abbia a cessare. Oggi dagli an– tipodi. ci parliamo, fra dieci anni ci •edremo a faccia a faccia; oggi ,•iag– giamo nell'aria, domani nella !lra– tosfera. Ma in tanta diversitù di condizio– ni d'ambiente la struttura J>Olitica è ·rimasta stazionaria. L'ambito delle comunità nel.le quali vi,•iamo tareb– be adatto &e andauimo ancora a pie– di o a cavallo .li mondo è un tutto unico dal punto di visla economico ma continua ad essere regolato come fosse una congerie di unità nazionali autarehiche. Attraverso la aun !luper– ficie corrono le l.ronticre degli Sta. ti-nazione, molte delJe quaH dntano dn un tempo lontano e le pii, recenti dal XVIII eccolo. Lo Stato /oua per mantt>nerc ln pro. pria integrità. Soltanto col ricorrere ad ogni. aor– ta di. regole artificiali lo Staio può presernre la propria integrità; cioè limitando ed ostacolando il libero flusso deUe merci e delle comunica– zioni esso riesce ad arrestare la spin– ta manifesta ,•erso un'unità del mon. do. Tariffe, quote di esportazione e di importazione, restrizioni mo– netarie, dogane, passaporti ed altri provvedimenti giovano a muntenere intatta la sua individuali1ù ed a bar. ricnrlo contro i suoi vicini, ché al– trimenti non resisterebbe alla prcs• sione da loro esercitata. ?tfo sono 1>rovvedimenti che alla lunga folli– scono. Il mondo si contrae e gli Stnti che Jo compongono saranno sempre 1>iùsoffocati l'un contro l'ahro tin– che, se non consentiranno ad allen– tare i duri contorni delle loro se• parate individualità, si dilanieranno Cra loro. Nel mondo ùi oggi non possono regnare ,•olontà separate ed antagonistiche. Al tempo stesso si è accresciuta Ja potenza nelle mani dell'uomo a tal punto che, se egli non imparerà a controllare Je forze dategli dalb acieuza, giungerà ad autodi11ruggcrsi completamente. Lo Stato 11011. è moralme11te miglior<' degli imliviclui che lo compon– gono. Poiché dunque l'individuo ha dei fini pro1>ri che non sono quelli del– lo Stato, noi possiamo orl\ pllrago– narli, dal punto di vista della mo– rale, a quelli dello Stato. Abbiamo accennato alla teoria secondo la qua. le Ja personalità dello Stato è pii, degna e la sua volontà piì1 altruiata 699

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