Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955
collaborazione comportasse un peg•• gioramcnto dei rapporti con gli Sta• ti Uniti, da cui sarebbero derivali danni maggiori dei "antaggi otlenu. ti. Accettare - se non altro come prospettiva a lunga scadenza - H dato di fatto dell'egemonia ameri. cana da parte del P.S.I., con l'im- 1>lici1arinunzia ad iniziatiYe cli po• litica eslcra che possano incrinare le relazioni tra i gruppi dirigenti ita• Jiani e statunitensi, Nenni, Lombar• di e Morandi ritengono di a\'er spia– nata Ja \'ia ad un serio tentativo - gioliuiano iu politica e newdealista in economia - basato sulla collabo– razione col partito-guida della bor– ghesia italiana. Rimangono i settori della classe capitalistica poco con– ,,inti dell'utilità di quel tentativo, r,; sono per avventura i gruppi pii1 im– portanti, quelli che detengono po– sizioni monopolistiche. Ci sarebbe da ossen•arc - dal punto di Yista delle leggi economiche del marxi– smo, che quando, in un paese, si è arrivati al punto che i grandi mo– nopoli - cioè i settori chiave del– l'economia capitalistica - sono « J>Cr loro natura opposti ad un11 poli1ica tH espansione economica», non si vede come questn espansione possa essere possibile, se non sottra– enclo all'iniziativa privata i mono– poli stessi. Ma, ha detto Lizzadri, « noi dobbiamo coordinare meglio la lolla contro i monopoli per un controllo democratico e non per la nazionalizzazione ». Quindi i mono- 1>olitono contro l'espansione econo– mica; ciò nonostante non si deve nazionnlizzarli ma solo « controllarli democraticamente »; questa Jormula « ha un contenuto illimitato », sog• giunge Lizzadri, il che vuol dire che non ne ha alcuno o che ne ha troppi 684 e del lutto indefiniti, come è chia– ramente emerso <lnlle diverse inter– pretazioni cui !u oggetto nel corso della IV Conferenza del P.C.I., du– rante la quale venne adottata per la prima volta. Ma ammettiamo ulte– riormente che si 1possano controlla– re i monopoli nel senso di costrin~ ge-rli a favorire quella politica di e– spansione economica cui sono per loro natura opposti. A questo punto abbiamo esaurito l'csawc delle con– dizioni oggettive per In politicu del– Ja cosiddetta « apertura a sinistra >> e non ci rimane che vagliare la con– dizione soggettiva: in quale modo, con quali misure concrete, il P.S.J. intende farsì strumento di questa i– niziativa, come e su <Jnale terreno intende impegnare le masse che esso dirige per premere sulla borghesia e sul suo parlito politico-guida per ottenere le soluzioni che propugna. « t venuto il momento che la D. C. si pronunzi», chiede l\1orandi; K la societù italiana. è arrivata ad un bi– \'io, il partito dirigente della bor– ghesia è arrh•ato ad un bivio » riba– disce Nenni; ed aggiunge: « noi non possiamo stare a gunrdnre nell'atte• sa di 1m crollo inevitabile, giacchè è proprio in sitm1zioni di questo ge– nere che le società e gli Stati entra. no in quella fase di spappolamento e di disintegrazione che aprono la via a tutte le avventure. In ciò ioL. tanto la presente situazione ha qual– che analogia eon <1uella del 1922 ». In ciò soltanto, e sarebbe già mol– to. Ma non è in ciò soltanto, iperchè, e lo stesso Nenni lo ammette, « chi non sta a guardare, ma largamente profitta di queste cose e della para– lisi e dell'impotenza che comporta– no per il potere esecutivo e per quel• lo legislativo, sono i gruppi iodu-
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