Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

Nei paesi latini, quale la Francia e l'Italia, la situazione si presenta già di\•ersa. Da noi esiste uno schieramento molto flunuante di partiti che rende possibile combinazioni diverse. Si J>UÒparlare in particolare di tre forze distinte: le due estreme ed il centro o « terza forui. ». L'estrema sinistra è rappresentata dall'opposizione dei comunisti e al– leati; l'estrema destra dalJa opposizione nazionalista, clericale o fascistiz– zante. Questi eJementi in quanto opposizioni, sono parte del sistema par– lamentare, ma i partiti estremi se si considerano candidati al potere rap– vrcsentano un J>ericolo mortale per la Costituzione democra1jcn alla quale sostituirebbero una dittatu.ra a tendenze totalitarie. Il g-ioco liberale ha quindi senso 8oltanto nei limili delle varianti governative che vanno dal centro-destra al centro-sinistra: praticamente dal liberalismo conservatore al socialismo riformi.sta. Ogni O$Cillazione che sorpassi questi limiti scon– volgerebbe il sistema e sarebbe irreversibile. Le fluttuazioni dell'opinione estremista, che gonfia e sgonfia i partiti del malcontento acuto, si fanno na– turalmente sentire in modo vivo nella instabilità governativa endemica delle democrazie italiane e francesi. Jn tempi normali gli estremi si equilibrano cd il ruolo di arbitro con le « responsabilità governative >l - se cosi. si può dire - ap1>ar1iene ai partiti «moderati». In Francia, ni socialisti antico– munisti, ai radicali, ai democristiani, ai contadini e ae-li indipendenti; in Italia ai partiti che ,,anno da Silone a Saragat a Pella, Fanfani e Scelba. Come si traduce in J>ratica in quest'anno 1955, l'influenza dei libertari e del settore d'opinione che simpatizza con loro? Come un elemento di pungolo per l'estrema sinistra verso l'estrema destra, e per l'opposizione verso il J>artito governativo, evidentemente non suJ piano elettorale - dato l'astensionismo degli anarchici e simpatizzanti - ma sul piano riven– dicativo, sindacale e sociale. li risultato che appare con maggiore chia– rez7.a è che il liberalismo di centro-destra è leggermente meno favorito rispetto al riCormisp10 socialistezzante del centro-sinistra, e che il cleri– calismo è pil, o meno tenuto a freno a vantaggio di uno statismo « laico )). Lo statismo, va notato, non esclude affatto la fronda antigovernativa. La maggior parte dei funzionari dei gradi inferiori e medi, ad esempio, sono nello stesso tempo per Jo Stato a causa della loro condizione e contro lo Stato pe!' malcontento, per cui il loro spirito rivendicativo si esercita na– turalmente nel senso dell'accrescimento dei compiti amministrativi, degli effettivi burocratici; dei controlli e servizi pubblici, ecc. Vi è, quindi, un certo paradosso nel fatto che in tempi nom1ali anche l'influenza 1>0- Ji1ica 1>ra1ica del movimento Jibertario organizzato finisce con l'eserci– tarsi piuttosto ne] senso di allargare che in quello di restringere le fun– zoni dello Staio pur essendo un elemento di opposizione al governo e di op1losizione piit o meno virtuale al regime. La funzione sociale piia utile del settore libertario in queste condi– zioni, secondo me, non è politica nel senso proprio della 1>arola ma 614

RkJQdWJsaXNoZXIy