Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

Là gli anarchici e i sindacalisti deUa C.N.T. durante la guerra civile, costituivano l'impalcatura maestra dell' economia pubblica e della di– fesa contro i faziosi. Non si poteva certo pretendere che le organizzazioni C.N.T. e F.A.I. da sole fossero in grado di proteggere, di approvvigionare e d'equipaggiare le regioni del nor-est, ma io credo che fosse assolutamente impossibile alle organizzazioni « governative » coalizzate (dall'Estat Catala al P.O.U.M. passando, per i repu'bblicani piì1 o meno autonomisti o fede– ralisti, al P.S.U.C., ai socialisti, ai Rabassaires e all'U.G.T.) di proteggere, di nutrire e di difendere .senza la C.N.T.-F.A.I. il complesso Catalogna– Aragona-Levante. Per quanto io sappia, tutti gli osservatori obiettivi degli avvenimenti del 1936-1939 sono d'accÒrdo su <1uesto punto. Ne risultava necessariamente che di fronte alla ribellione franchista ed all'impotenza governativa, 1'atteggiamento C. r.T.-F.A.I. era dettato imperiosamente da una scelta: la scelta di un nemico n. l e quella degli alleati provvisori1. Secondo me, il problema consisteva ad aiutare a salvare la repubblica spagnola ed il suo regime repubblicano liberale con delle misure anti– stataJi, rivoluzionarie e sostanzialmente libertarie imposte sotto la pres– sione dei faui e dalla natura stessa degli avvenime1Ui. Ed infatti queste misure si sono imposte spontaneamente non soltanto nel settore liberta– rio, ma da vicino a vicino agli altri settori dell'opinione antifascista ed anticcntralista, nel.la stessa misura in cui si sforzavano effettivamente di agire per la difesa deHe libertà civili e per la salvezza comune. Il punto principale di tutto questo programma era la condanna 'Pratica di una di– fesa basata sulla concezione militare-governativa e l'adozione di un'offen– siva sociale che Cossonelle mani di tutto il paese, generalizzando l'esempio dato in Catalogna o altrove: presa di possesso della terra da parte dei cont.a– dini, delle officine da parte delle loro •maestranze, dei servizi pubblici da paÌ-te dei sindacati e dei comuni; arruolamento della milizia popolare volon– taria che porta ]a guerriglia dietro gli eserciti faziosi, ecc. Sono ancora per– suaso che su quel 1>ianola vittoria sarebbe stata -possibile, e quando dico la vittoria intendo non soltanto 1a disfatta di Franco e della reazione interna militarista, poliziesca e clericale, ma anche il regresso decisivo dello sta– tismo e de1l'autoritarismo sotto tutte le sue forme. Si trattava di trasfor– mare via via pii, la società iberica, gerarchica e chiusa sotto il bi.ermio negro, in società aperta che annettesse le più ardite esperienze sociali vo– lontarie e da parte delle collettività locali la messa in pratica del diritto di ignorare lo Stato. Quanto alla internazionalinazione di questo ·principio in favore del concomitante moto di occupazione delle imprese in diversi J>aesioccidentali, essa costituiva evidentemente· un elemento indispensabile per il consolidarsi e lo svilupparsi delle forze libertarie in Spagna e nel mondo. 1 Ne è derivalo il programma che ho cercalo allora di 1viluppare in un articolo del. l'E.,pagne Antifa.,ci.sre inti10Ja10 « L'inutili1à del governo » e che è stato riprodotto da J. Pcira1s, come mani[esto anonimo adonato dal movimcn10 libcr1ario spagnolo nel suo primo volume: La C.N.T. clans la Guerre ei la Revolu1ion. 612

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