Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

de,idern rimanere moho vicino agli anar• rhii-i ... •· llrindiii, gennaio 195S. E. . Cia.sc.uno è utopUta a modo ,uo. Noi Ml/1 /JIO.mo cli euerfo: e ci pare cl1e rwu. dctre all'a,,1,-e11ire sia il .,olo at/egsiamc,110 rag1'011t>l)()/e, iii tempi come que&li clie ve• do110 11 idee il belliuimc .,frutlfllC dfl 11oli- 1ici wofessiorwli di og11i culurc (w1cl1c da cu.1i1IN1i re1mbbl1'ca11i •..) come .,pecchieuo per le allodole. cioè eome meu:u ver IU· 1101get1are gli ingenui al carro del loro po• /f!rt'. t ·amico E. S. crede di non euerlo, u,opiJta, Ma che c'è di più fanttUlico. nel• la comli:ione sociale di 011i dell'llalia, d. un ,'poietico referernfum con cui il po• po/o fosse cl1Ulln!lto (da chi?) a stt1liere tra libertà e dittatura? Quanti 1ii1 di ,,ue– sti menzogneri referendum. l,,a Coslilu• :io11e delfo nuova Repubblicfl /111li1111a. 1011 è sw111cmch"essa uno spccchiello ,,er fil• lodu/f'? E' come vret,eridcrc cl1e fo lfopub- 1,lic,1 .,h, se111i1acome mi 1>1'cco~o 1muo verrn il 1irog1euo? Appe11a e.letti, 1w11laa11. ,w 11mi 'luanli i politici (comuniJti e ca,. tolici e repubblicani e MJCialiMi ecc,) falli i loro comodi, ignorando anche in problemi ~en:udi la • 1,'0lontil popolare.? lliamoci la mano, dunque. Ulopi.sti siamo, lie11'di e~rfo. noi e E. S. Riflea1iooe amara « ... le rose nos1re cosi come stanno 1111 lusriano pcs~i111ist11.Mi seml,ro rhe 1i111110 ormui ri1lot1i a Quel manipolo di 1louri11nri 1te111.a1•reaa alcuna neJla vita che M11la• 1es1111, Fabbri e Bcrneri lumno 1cmpre te• muto e comb111u10. Le c-ontraddizioni pau■no ino11erva.te , 1111nca la. aen.sibilità, m■ il più curioso è rhe anche quelli che le vedono non aono ritenuti buoni, o addirittura 10110 mano– ,;r1ti d1 coltt:-o rbe non vogliono ai dit.a che fra l'anarchismo di Cori Malalefila, Fabbri e Berneri e quello di quello do- 110-guern vi è una &0sta111.iale 1lifTcrcnr.11. Erro 1>crchè insieme non è 1•ouihifo lovo– rorc con profitto ... ». Uologna, dicembre 1954. A. D. 601 Purtroppo, d'accordo. Ma l'tu:eorgerci che anche gli ana.rcl1ici Ml loro insieme non sfuggono al male.del-1empo (cioè al– l'abulia, conse1uente alla impossiilità di fare .se non .; è di.sposli a servire) non ci pare sia una ragione •uf/iciente per met– terci da parte, per rassegnarsi. Og11uno di noi lm ,m &uo woprio Cflm– /JO di 1uio,ic iii cui 11011 lo può fermare ncsswio: la fami15liti, l'offid11a, fu scuola, ecc. Co111i11uiamo quindi II fovorare, cioè ad es.sere 11oi Me.ui - 11 credere nelle idee e nelle volontà c/1e ci }anno es.sere noi s1essi. Ceuar ,emi è u/ile u11che se la terra pare ingrllla. Domani qualcoJa. ntueerà, (quanro a chi si /a • muno,:rare • da altri ..• è inutile parlarne, Ira anarcl1ici). Liberarei resistendo « ..• La resistcnz11 ulliva, dovrebbe esse• re, secondo mc, il nos1ro tema attuale. Gli nuarchici s1•c1so, prc1i clul vecchio mi• raggio dei possibili moti ri\'·oluzionad, 1.ra– scurano di ewrcilarc le 111: lihcrtit » pratiche che sono disponibili ·(1>cr e&. quella del• l'esenzione deU"imegnamento religioso nelle scuole, quella di recb:mare il pas• ilaporto 6no a q_pando non ci aia conces– so, ~c.). La gente in generale rinuncia persino s ;arlare delle cose j,ubbliche- ed a cri1i– <.'at'le. per l'abitudine J>reiD durante i) re· gime fascis1a. Si sen1e ancora o: &allo » i quelle leggi, e 1e (IUalcuuo osa parlarne 1iubblieamcnlc u voce oltu In geme si al– lontana per 11aura di avere poi delle noie. È proprio ciò d1c mi è c111>irnto un giorno in cui, avendo cercato di distutere di pro• blemi ~ociali davanti a uaa mio, un grup• petto di vicini arrivò peuino a mirni:cciar– mi perchè penaavano che le OOit 1oo cui mi pronunciavo erano di stretta competen• u dei governanli, Ma non mi lasciai smontare e continuai qud giorno e dopo 1u11e le ,,oJte che l'octasione mi si pre• sentò, non foue 111110 ahro che per riaOcr• mare ht mia libcrtit tli giudizio o di critica. Cosi nelle officine, Non mi lìlanco di dire agli operai che lo sciopero non costi• tuisce reato, coti come molti di essi .ere-

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