Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

re il bene è un errore, perchè, come osserva lo Stuart MilP << <Juaod.o si passa Ja vita a contemplare Jc mi.se– rie, non si può mantenere il 1>roprio spirito nelle regioni elevate >). Francesco cli Sales ha pr0Conda– men1e capito <Juesto; infotti cot1Si– glia: « Non vi date troppo_ fas1i_dio di guarire j] vostro cuore: grncchc la vostra pena ]o rende Jliì1 infermo. Non vi sforzate troppo a vincere le vostre tentazioni; giacchè questa vio– lenza Je fortifica: disprezzatele; non ci pensate ». 2 L'acutezza psicologica dei vecchi 1ra1tati ascetici non è inferiore :1 quella dei trattari di psicologia e morale -di oggi. L'inibizione, come auto-suggestione educativa, era ben conosciuta d.a Francesco di Sales. Un 11 rrase che ricorre Ircquentcmcn– lP nelle sue opere è (< possedere l'a• nima propria », rispondenle alla bel– la frase evangelica « L'anima mia sta sempre nelle mie mani». Egli seri. ve, nell'lntroduz"ione della vita e/e. vota: te Considerate di tempo in tem– po quali passioni dominano nell'a– nimo vostro, ed avendo]e SCO(>Crte, 1>igliate una maniera d,i vivere che si.a loro del tutto contraria jn pen– sieri, parole cd opere ... Parlate so– vent.e contro ]a vanità, e, ancorchè vi paia che ciò sia contro vostra voglia, non lasciate per questo di dispregiar– la assai, percbè in questo modo an– che J>er vostra reputazione v'attac– cherete alJa parte contraria, ed a for– za di ragionare contro qualche cosa, noi ci moviamo ad odiarJa, ancorchè al principio le fossimo affezionati ». « In tempo di pace, cioè allora che ]a tentazione ,de] peccato ... non vi dari, fastidio, fate molti atti della 1 ruai.! sur la religion, pag, 223. ~ l,e11ere 511irituali? Il, pag. 202. 580 virtù contraria e se non si presen. tano occasioni, andate ad incontrar– le; perchè a questo modo vi rinfor– zerete il vostro cuore contro 1a fu– tura tentazione >). 3 Vi è qui una acu– ta tecnica del!' in ihizione, che tro– viamo anche nello Spirito del C,;. stiancsinw del P. Ncpvcn;' e nel Bos. suet e in Alfonso de' Liguori che mo– strano Ja necessità di preferire ai grandi e straordinari sforzi i piccoli sacrifici, che, ripetuti, si trasforma• no in abitudini e permettono di vin– cere le passioni pi1'.1 impetuose. Non 1>ossiamo, però, concordare con S. Gregorio, che consiglfa di astenersi anche dai piaceri leciti, per vince– re ]e tendenze illecite, poichè Ja vi– ta quotidiana è così ricca di possibi– lità di sforzo che non occorre sacri– ficare quel poco di bene che la vila concede. Ciò che, nel campo metodologi– co, accettiamo, incondizionatamente, dell'ascetismo. è il principio dello sforzo. Facciamo nostra ]'esortazione di Paolo ai Corinti: di iniziarsi alle grandi cose, a mirare sempre pili in aho. << Questo mezzo è di grande impor– tanza: perchè è necessario che pas– siamo molto avanti coi nostri dise– gni e desiderii per potere, con le opere, arrivare almeno a quel che è ragionevole e conveniente >). E la raccomandazione vale anche per i deboli, per i principianti: « Tn dici che, per essere debole, non ti diciamo cose tanto ahe: e io ti di– co che per essere tu debole bisogna ragionarti e proporti queste cose e– levate e di gran perfezione, aeciò ponendo tu gli occhi in esse, arri- J Opere di S. F. di S., Venezia, ]769, IOlll, I, pp. 27-1-275. ' Cfr. CounA. op. cit., pp. 95-98.

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