Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955
inclina:.ioni nawraLi )l bisogna tener 1,resente Ja concezione pessimista del cristianesimo 6ulla natura dell'uomo. La posizione del santo atleta, CO• mc lo dice Dante, è quella di colui che nella volontì, nega il mal vole. re, e si afferma negandosi, e si su– blima. Costui non teme il peccato, e fo suoi <1uesti passi profondi delle mere scritturf': « t necessario che vi siano tenta– zioni, pcrchè non sarà coronato. se non quello che combatterà visibil– mente)>; (( la virtl1 e 1a fortezza non si conoscono <1uando vi è devozione e quiete, ma (1uand.o vi. sono tenta– zioni e travagli>>. fl santo non si rnt. trista per le tentazioni del male, ma se ne rallegra; come il buon guer• rforo si allegra del nemico che gli permelte di met.tere a prova il suo coraggio e la sua forza, San Doroteo narra che, avendo oC– fcrto un santo maestro, impietosito dalle mortificazioni e maltrattamen– ti 1.li un asceta, di pregare Dio atfin– l'hè lo Liberasse dalle tentazioni, il discepolo ris1,ose che quel grande sforzo faceva sì che egli più appro– fittasse. E San Giovanni Climaco rnc– ronta di Sani.Efrem che trovandos-i in istato di pace pregava lddio che gli rinnovasse le antiche battaglie <lellc sue tenlazioni. Da quanto abbiamo detto sin qui, appare evidente che il dualismo asce. tico ei risolve, praticamente, in me• lodi diversi. L'ascetismo negativo mira all'an– nientamento della volontà, quello J)OSitivo al 1>otenziamento di essa. Il primo è assoluto nel suo apriori– stico angolo visuale e si risoh•c 111 una pratica unilaterale, il secondo trac dalle sue possihilitù di scelta un maggiore cc1uilibrio, sia nella scelta degli ostacoli, sia ncll'econo. mia degli sforzi per superarli. Esaminiamo ora questo secondo ti. 1>0di ascetismo come (•conomia del– l'inibizione. Un'accusa che si muove all'ascf'ti. srno è basata sui numcros..i casi di eccesso che sono conseguenza dPI si– stema esageratamente restrittivo. Nota lo Spencer 1 che le voglie lun– gamente contrariate si risolvono -in eccessi che si ,,otrcbbcro evitare con c1ualche concessione. telle Epistole di :,cm Girolamo 2 si legge che erra– no coloro che, destinando alla \'Cr• ginitl1 una fanciulla, la vestono di sruro, e non le permettono alcun or– namento. « Le donne naturalmente amano gli oroamenti; e sappiamo che molte, anche cli ccccllcnlc 1>udi– cizia, benchè non J>Crpiacere ad :d– cuno, IHlrc per soddisfare al pro1>rio genio, volentieri si adornano. Anzi, piuttosto con l'avere tali ornamenti, se ne sazii, e vegga che sono lodate le altre le quali ne sono prive. Ed è meglio che saziatesene li dispre:.:.i, che non avendoli, brnmi di twerli ». E S. Girolamo cita come esempio Ja leggenda biblica che narra come Dio guarì il popolo israelita della avidità di carne, dandogli una quan– tità così grande di ucceUi clie se ne nauseò fino aJ vomito. Ed ossena ancora: « Ritroverete molti uomini 1 ,rivar.si pili facilmente dello speri– mentato corporale piacere, f1i quel– li che da fanciulli 0011 hanno avuto della libidine cognizione ». Un'altra accusa: il pensare ronti– nnamente a] male per sforzarsi a fa. 1 Educt1;:io11e intefle:llullle. mornle e /isi. C(I. flP, l70-li2. i Venezia 1775, 11ag. 211. 579
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