Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

(for ... c, ancora un pò troppo :,par::ic, è \'ero) suJle colletività agricole che (('ecro Ja loro comparsa durante la guerra civile e i cui risultati vauuo bt:-nal di Jà di ogni pessimismo (no– nosl:mle i dife1ti, eliminabili, di cui pure erano affette) nella soluzione di. questo grosso problema ::ipugnolo. Ma le collctlività libertarie poleva. no sorgere solo nel clima rivoluzio– nario <li rinnovamento della vitu del 1>opolo. E in questo senso si spiega Jo slancio spontaneo del popolo cn– tusiusta e finalmente libero senza « tanti poliziotti» alle costole, che è un elemento indicativo di primo orci inc per vedere come si muove– rebbe la gente quando senta che la .libertà è effettiva e affronta da sola in concreto le difficoltà che le im– pediscono di migliorare In sua vita. Ma aiwhe quando cade, Ja pioggia in Spagna non ha altro risultalo clie di creare nuova disoccu1>azione: « Tutti s0s[Jiravano questa pioggia, Cf>pure il suo effetto immediato è stato di creare ancora altra clisoc– cupazio11.e. Nessun lavoro può ese– guirsi. su,i campi per quattro o cin– que giorni, perciò le p(lghe han– no cessato di correre e le famiglie dei braccianti - cioè più della met.à della popofazione del villaggio - 110,1, hanno più un pezzo di pane da mangiare. Comincia,w immedi"ta– mPt1te ad apparire alla f>Ortavecchi e bambini, in cerca di pane o soldi. Che razza di agricollura è <Juesta, se u,i paio di giorni di piogga ridu– co110 in tali comlizioni ogni famiglia di lavoratore? Dietro di essa si al– lungano secoli di cattiva organizza– zione e di spietato s(rutlamcnto >). Che cosa r>ossiamo aggiungere noi, 570 che non sia chiaramente contenuto in questa tÙtima frase così concisa e penetrante? Siamo tentati di ri– produrre lutti i dati raccolti da Bre– nan sulla miseria della Spagna da Jui visitatu. Ma dovremmo ripetere almeno un buon terzo delle duecen– toundici pagine df'I suo libt·o, e ri– levarli è compito che lasciamo al lettore. Basti qui tli.rc che non c'è ciuà o paese o villaggio spagnolo visitato da Brenan che non sia de– scritto sotto il manto della miseria pili nera e disperata. Tuttavia alcu– ni esempi caratteristici daranno tilla idea di c1uanto abbiamo affermato: (C No11, si può cttmmiuare per le vie di Cordo,m senza provare orrore per le,, poverli, che vi si dispiega. Il tenore <Li vitti ;, snupre stato mol– to basso tra i lavoratori agricoli di questa regiom• <!elle,, S11agu.a, ma le condizioni di oggi so,w peggiori, as• sai peggiori di qualsiasi altra memo– ria d'uomo ( ..... ) No,1, ho mai visto [Jrima u1w miseria più nera: persi– no i lebbrosi. di Marrtrl.-esh e Ta. roudant sembrano meno devastati, perchè, oltre ad essere meglio ,m– triti, sono rnsseg,wti <1ll(I, loro sorte. Oltre tutto <t ogni passo ci si trova di fronte ,,, un problema persona– le: che diritto abbiamo di nwngia– re buoni piatti, di bere ctlffè, di comprare paste quando tutt'attorno c'è gente che muore di fame? ». « Perchè questa ,,bissale povertà? Lucena, u quanto />are è un paese di braccianti, ch,! dif)endono dalle vi– cende del t.em.f>Oe dei raccolli: le fJroprietà agricolP sono grandi, no,i e' è irrigazione e le in.dustrie sono scarse. Quasi tutti sono perciò disoc– cupati, e l'ammi,1,istrazio,ie comu– ,wlc, messlt di fronte ,,, un proble-

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