Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955
da), Ja sloria è per definizione stes– sa, incapace di portare i frutti del– J"t·spericoza, e di fornire le lezioni Ji sociologia che le si chiede da tutte le parti. Essa conserva del pas– salo solo gli avvenimenti la cui uni– cità è irrevocabiJc « quello chi} mai si potrà vedere due volte ». Ed è ciò che fa neJJo stesso tempo la sua impo1cn1.a e la sua grandezza. Come la storia potrebbe insegnarci le sue leggi o svelarci l'avvenire, qu.:i.ndo gli stessi fatti non ce lì presenta due volte nel medesimo contesto? E so– pratutto, come potremmo noi do– mandarle di guidarci in una scelta qualunque, <1uando non ci offre mai di ogni alternativa che un solo ramo realizzato? In mancanza di ogni posssihiJiti:1 di un experimcntum crucis, tutto ciò che noi sappiamo della portata reale di un avvenimcn• to storico, è che non fu incompati– bile con <tuelli che l'hanno pre<'c– duto, accompagnato e seguito, una volta ammessa ]a loro comune realtà. Si fHlrla spesso dei << giudizi della storia >>, come se la ragione del pili forte si identificasse con la logica del 1>rogresso umano. Una civiltà de– ve essa, per dimostrare l'autentici– tà ed assicurare i valori di cui è portatrice (e dei quali la storia im– parziale non è d'altra parte giudi– ce), sterminare nel proprio seno tut. to ciò che rap1>resenta il seme d'una civiltà differente? È )a tesi che so– stiene Henri Villemot, in Alarsyas, quando giustifica la crociata lancia– ta da Papa Innocente III contro gli eretici albigesi 1 • Ma niente dimo- 1 Marsyas (pngg. 312 e 314) S,A. Peyre, Aiguc1-Vive8 (Card). stra che il manicheismo catalo, di– strutto dal ferro e dal fuoco, non rosse suscettibile di generare uno sta. to di cultura « superiore o uguale » alla cat101ica cristiana. Ciò dipende dalla scala del valore applicata, e ancora bisognerebbe darla come mi– sura per una doppia esperieu::.ti ( che nel caso considerato non ha avuto luogo). Il pragmatismo della potenza pro• duttiva o della capacità a subire la prova guerriera è un'arma a due tagli. Uno spirito conservatore sarà sempre pronto a servirsi di questo argomento temibile, secondo cui tutto ciò che esiste ha resistito alla distruzione e s'è mostrato vitale, mentre una novità può sempre es– sere mortale o regressiva (come lo sono la maggior parte delle muta– zioni bioJogichc). Uno spirito rivo– luzionario, invece, non essiterà a sa– crificare ciò che è antico, « dunque sorpassato » a ciò che si presenta come nuovo, ed a servirsi della vio– lenza « generatrici delle società » coulro tutto ciò che ha il grave di– fotto d'essere con persistenza. Chi dividerà assio.logicamentc q u es te due violenze che s'affrontano ad o– gni « svolta della storia >>? La stessa forza? Sarebbe 1a negazione assolu– ta di ogni capacità umana di sce– gliere: fiuchè l'uomo sarà uomo do– l'rà 1,ronunciarsi, come il pastore Paride tra le dee, e non potrà sfug– gire aUe conseguenze di qucUa scel– ta. Certamente, non dovrebbe a[– fronlare i pericolosi esercizi del li– bero arbitrio se lo scannamento re– ciproco unitario dei rivuli mettesse ,fine alla loro concorrenza. Ma se si suppone, invece, Ja coesislenza pacifica di questi Immortali, con la piena facoltà per ogni individuo di 561
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