Volontà - anno VIII - n.9 - 15 gennaio 1955

rica di una tensione aff'ettiva diventi un giorno una quantità misurabile, cd un risultato 1nevedibile dei no• slri atti - in modo che noi possiamo in 11111ici1,o scegliere, tra mille con• do11e differenli e possibili. <1uella che sodi.sfa meglio al calcolo dei pia. ceri C'hf' ci è (in mi modo molto dfimcro) personale. Può dursi, i,,. fine, che la ridicola nozione d'uti)i. lit - util<' a che? - trov·i finalmen• le la sua sanzione ed il suo a1lpog. gio in una edonistica quasi scient ifi. ca f>er mczz.> della quale sarebbe de• lt"rminalo, tra due ges1i, quello che introdue(! 1wl mondo degli esseri sen• sibili - con:,iderali come protago. nisti attivi e passivi o come s1>ella• tori - il massimo di piacere o il minimo di dolore (anuncllendfl Wm• prc che quesle due nozioni non siano puramente relative l'una al. l'altra è di conseguenza che eS&C 1>ossano designare delle realtà sepa• rahili). Ma ciò che non sarebbe per c1ues1Oin nessun 1uodo dimostrato è innanzi tutto che la conoscenza di una tale utilùà aUa felicità geti.ernie f)Ossa di,·enlare il fattore detenni• u11111edei comportamenti umani; e dopo che questa utilità possa trovare un11 misura esteriore al psichismo degli inclividui messi in causa, mi.su . ra obietLiva che sola potrebbe servi• re di criterio e <l'arbitro ai dctli com1>ortamenti; è in'fine che si 1,os. sa (&enza ohrepassare i limiti del 90,, ciale e del <1uantitativo per entrare in nn dominio completamente diffe. rente), passare insensibilmente dal piacere e dal dispiacere alfa Ielicitù rd all'infolicità, J)Oi alla gioia e alla pena ne11e loro profonditìl insonda. bili, e !finalmente alle realtà ultime del bene e del male. 528 La felicità per gli altri Oi tutti <1uesti punti interroga1h 1 i, lra.scuratJ dalla logica, o piut10s10 dalla rellorica oratoria di Sebastien Faure, si sono pil, o meno prcoccu– llali gli interlocutori del 29 giugno. Alcuni hanno lusciato capire che la felicità na una cosa essenzialmente soggettiva, personale e di un deter– minismo troppo interiore, _per po. ter essere socialmente procurata, controllata ed assicurala. Parecchi hanno mani[estata la loro 1>referen. za per un'assiologia che melle in e• viclenza altri "alod come la libertà, la gius1izia 1 la digni1i1 umana. Altri hanno dis1into parecchi generi con– trastanti di. felici1i,, facendo notare i loro gusti personali per una vita di lu"oro ed anche di corub111timento, di su1>eramcn1O, d'inquietudine, di s.Cor-.to, di dubbio, piu11osto che de). la beatitudine e cli (elicc ataras. sia. Tutti sono stati implicilamente d'accordo nel respingere, come il cui. mine della noia e dell'insiJ>idità, una esistenza in cui lutlì i bisogni del– l'individuo troverebbero, in ogni momento, una sodisfozione imme. diata (sia con la riduzione dei bi. sogni al minimo, sia con l'es1ensio. ne indefinita delle tecniche automa• Liche messe al servizio dell' uomo). In complesso, cd il fatto merita di essere rilevato da parie dei militan. li estremisti, la maggior parte degli interlocutori ha manifestato dei dub. bi significativi quanto ad uno « svi. h11>J>Oprogressivo dcli' umanità» misurabile dalla felicità o ,in/la di. sposizion.e alfo felicità. Hanno am– messo r:he il carattere agonico, tra• gico e teso della vita (sempre mi– nacciato da11a morte) e della condi– zione umana (perJ>eluamente ri•

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