Volontà - anno VIII - n.9 - 15 gennaio 1955

movimenlo operaio ebbero un' acu– tezza intui1h•a che suggeri loro, men– tre coslilui,•ano la federazione delle Camere del Lavoro nel 1893, tra lt· deliberazioni più imporlanti del Congresso, di porne una che suona • ·o.sì: « g) rappresentando presso il Comune e lo Stato i bisogni e gli interessi elci Javorntori salariali .1,1. 3 C'è gii, allora la coscienza confu1:1a, <' che si esprime ,•agamenlc, tlcl rapr>orlo Ira lavoralori e Comune t• poi Staio. Tanto che nel 1900 a Milu– no il terzo Congresso Camerale giun. .-,e, Ira le altre deliberazioni, a d1i1·• ilcre che i u M1mi<:i1)i1:1lanziuo nei loro bilanci 1:1ussi<li alle Camere del L:woro come istituzioni di pubblicu 111iliti1 )), 1 E' sufficicnlc collegare gli clcmcnli lru dj loro e uscir:, da e.;i:,i una impo– stazione ideologica completa: Ja rè• sislcnzu contro il tentatil•o di so1•- 11rimere nelle Camere del Lavoro il car:itlerc e.lidirezione autonoma tic-I movimento di lotta locale rfonito in ffUCSla sua sede naturale; il 1entu- 1ivo di fare rapprcscnuirc n questo org11nismo unilario gli iulcrcssi dei lavorutori nella sode del Comune, piu1os10 che affidarne Ja rnpprcscu– lanza n orgnnismi estranei a quel– la unità di interessi, cioè ai partiti; la consapevolezza di essere un'orga– nizzazione i cui scopi si integrano nclb economia nazionale, tanlo d:.t 11relcndero dall'organizzazione socia– le m1 contributo per Je necessiti, am– minislrative, ponendosi sullo stesso 11iano del Comune. E' un'ideologia fcdcr1llis1a che crede in una esigen- 3 011gli 111tii.lei I Congrcs~o delle C11mcro tlcl Lavoro ltali1111c 1e11u10 a Parma nel 1893. H. lt1cou. Swria ciel Movimento Operuio l1alfono, Ed. Domu1. " Op. cilata, pagg. 238. 502 za di decentramento politico e si fa strumcnlo anche 1>er la difesa della propria libertà. lndubbiumente tut– to ciò fu espresso in modo vago, ma c'era una genuina vena di spiri– IO unitario, poichè <1ues10 orgnni– smo, la Camera del Lavoro, vcniv11 posto, ideahncntc, nella struttura so– ciulc del paese, come rapprescntnn– le di interessi collegati e legati tra loro, al di sopra dell'organizzazione necessariamente partigiana dei par– tili. .Ma, oltre a <1ueste ricostruzioni, sia di fatto che iJ legame tra Je va– rie categorie e.li Ja,,oralori è venuto sem1,rc pii:1 attenuandosi, giacchè con il concenlr:uuenlo del potere al ,•crticc delle orgunizuzioni sindac.i– li, esso diventa una 1111mifcstazio11c di potenza di coloro che dirigono, poichè ad esSi si è delegato il compi– to di proclamare la solidarieti, di classe: la <1uale non si ravvi.sa solo dalle maniiestazioni e dagli sciope– ri, ma soprattutto dal modo in rui qucsle lotte vengono impostnte.s Nel couCronto tra le idee d.i ieri e i fotti di oggi risulta con una elo– •pienza evidente J'esistcnzn di un im• mohilismo sindacale pari, almeno, :.t quell'altro che si rimprovera aJ mo– l'imcnto politico italiano, e dn cui deriva qucll'as1>ct10 conscn•atore che hanno assunto le loue operaie che si svolgono in Italia sollo il controllo delle organizzazioni sindacali. s Per esempio ,.t1rcbl)e difficile crcd.:rè che nelle C.d.L. - uni1arie e rapprcsentan. li dei lavoratori locali - il piano per la rivalulazionc aulllriale (che fu in realt:1 la teorizzazione di un aspeno economico bor• ghcie) avrebbe avuta l'approvaztOne delle viuime di queiilo allo poli1ico che jj in:se• riva nella sperata tonquista elettorl!le Jd celi r.ncdi.

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