Volontà - anno VIII - n.9 - 15 gennaio 1955
Chi vinse furono le Federazioni che iniziarono il moto verlicale della organizzazione operaia arrivando fi– no alla Confederazione generale, 11111 su quella res:islenza dei lavoratori, in cui c'è implicita e spontanea la acccnazione di un Jegame più pro– fondo, bisogna trattenersi. L'individuazione degli inlcressi collegati clic sta alla base di qual– s.iasi forma di lotta unilaria, non possiamo attualmente che ricercar– la al di fuori dell'unilù lerritoria- 1{",se non intervengono mot.i,,j so– lidaristici e sentimentali. Cli operai cdiii del Comune di Milano hanno pili relazioni - c per reluzioni sj intendono intcresEi cO• munì, uguali e collegali - con quel– li di Piacenza di quel che non 1.1b– bia110 con gli operai fnlcgnumi ns- 5ieme ai quali Ja,•orano nella stcs.sn eos1ruzione. Heslano a legarli la lo– ro capaci1i, individuale di intcn,lf'• re i 1,ropri problemi e collegarli da soli; ma fatalmente troveranno 1•ii1 foeilc l'intesa sul piano politi– co, ,1uindi al di fuori del loro im– medinto raggio d·azione. Risuhalo dir· Sia al federai ismo sinclac11lc (•O– me j cavoli a merenda. Anche il concetto di solid11rie1i, unzionale contenuto nella fornn1ht u– nilaterale della categoria - io e l"o. 11eraio di Canicattì a J .200 km. di dis1anzu abbiamo in comune il la– voro e quindi ci colleghiamo pre- e drunati. lnohre, poichC ad e&Ser:acc,•irno 1·a1}0anche i li:woralori dcll:a campa~na, le C.d.L. reali1.1.avano ilU scala provinrialc, éia pure in forma rudimentale, una rcr1a al– lcanZ11tra OJ>Crai e contadini, Pcn•iò cuc erano in genere più battagliere tlcllc Fede– rnioni ed erano 11ronte a decisioni, 111lora avvcn1a1c, ma comunque più ri;.110111len1i ■Ile e8igenze rivoluzionarie delle mauc •.• •· slandoci un mutuo appoggio nelle rivendicazioni salariale o sociali re– lative al noslro mestiere - non è più sufficiente. Perchè tra me e Jui c'è il ,·11010rapprescnlato, non dai chilometri, ma dalla mancanza di interessi che si intrecciano e si sno– dano in una successione di stadi .lo– gici e naturali. Che fu intanto il con– tadino del sct1entrione, <1uello del centro, quello del meridione? Per– rhè l'industria de,·c es.sere circonda– la da <1ues10 ,•uolo artificiale, che vit~ne colmato solo jn Sf'de politica 01>pure al \'ertiee delle organizzazio– ni operaie? Perchè i contadini, ,·i– ceversa, debbono conservare, <1uasi al centro dclln loro zona d'interesse di la\'Oro, l'isola indus1riale con la (·ui organizzazione non hanno :ilcun rapporto diretto? Anche ,,cr qucsrn ragione, forse, si è avuto un cosi notevole svilup- 1,0 tlell'cconomia industriale propor. zionalmentc all'agricohura, s:ia nel campo tecnico salariale che nelle condizioni di lavoro. Hcsr>onsabilità, <1uesta, della ri– ,,oluzione indus1rialc: sì, ma anche, in sottordine, del sindacalismo nel <111alenon c'è sempre stata una ,·o– lontit tesa e unitaria per impedire quella svalutazione di cui .s.i sente il peso oggi. Sarebbe facile elenca– re attraverso quali e quante contin. genzc siano stati strappati benefici e prh•ilegi che sono andati sempre a sfo,•ore del piìi debole. Ce ne sono l.ihri pieni, testimonianze che docu– mentano i fotti; ed è pensabile che non vi sia estraneo, <1naleagente di influenza, anche il criterio organiz. zati,•o rappresentato dall:t federazio– ne di categoria, soluzione tecnica. della lotta 01>eraia. Del resto, anche qui i pionieri del 501
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