Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954
ro l'anarchismo e che Ja sua etica e Ja sua estetica condannano: l'intran– sigenza dogmatica ed il suo contra– rio, il pensiero che fa concessioni alla demagogia. L'azione l. L'annrcl,ismo è essenzialmente un concetto di vita, un metodo di 1:tensurc la vita, un modo di viverla. Ricerca un clima sociale in cui gli. sia permesso d'esistere, anche se l'in– sieme degli uomini non do,• es.se mai arrivare a realizzarlo in organizzazio. ne collet1 h,a. Ciò spiega ed è suJfi. ciente a giustificare 1'azionc nel e sul sociale. Tuttavia l'azione suppone unu con– vinzione ed una costanza. La dot1ri- 11u che la fonda deve dun<1ue sposa– re tulli gli aspelti di una realtà mu– tevole e tuttavia tenersi su una linea l)ermanente, situare i suoi motivi nell'immediato senza perdere di vi. sia l'avvenire; ma non è solo secon– dariamente che essa tenderà verso un possibile futuro ed incerto, affmcbè i militanti non prov:ino delle delusio– ni. A questo (lroposito, le concezioni dello spirjto del XIX secolo sono di– strutte dalla conoscenza piì1 eeatla che abbiamo degli uomini, degli er• rori del.le loro rivoluzioni, cli cui noi abbiamo fatto 1a scoraggiante espe– rienza. Da Proudhon a Kropotkin, ciò che rimane di vivo dei nostri pensatori anarchici, è il loro metodo <li ricerca e Ja loro Ubertà d.i spiri– to, la loro profonda analisi de1l'uo– mo nella società, non le loro costru– zioni ideali. l:: un modo di esser )o. ro fedeli, il rettificare le loro conce• zion i sorpassate. ]I. La prima condizione deUa co– stanza deU'anarchismo è di e88ere Jj. bertarfo J>er sè, senza ambizione vol– gari, per la sodis!azione di sentirsi liberi neJ J>ensiero, di arricchirsi contimrnmenle di sapere e di espe– rienza. t cli vivere con la propria morale e per sè, con la fierezza di un'autonomia liberata dalle palino– die e dalle smorfie. 'E; di vivere per vivere, volontariamenle, lucidamen• te, secondo una filosofia coerente che \'i J>ermelte di es..o;;ere l'uno » senza d~ver J>erciò rifiutarsi agJi altri. La seconda condizione - dove l'a. zionc cominc.ia - è di avere dei luoghi di riunione, delJe publicazio– ni con le quali si scambiano Je idee e si sodisfa la naturale @ocia~11ità. IIJ. Su queste solide basi (che get– tauo J>iì1di un ponte tra l' anarchi– smo comunista e l'anarchismo indivi. dualista), l'azione sociale s'impernia da sè come per necessità. Essa è comandata (qualum1ue siano le ten– denze e.le sfumature di dottrina) da]. la generosità che è In ricchezza poi– chè è facoltà di dare. Essa incita CO• lui che ignora o che sa di meno. Di là parte un'azione educati\'a che non delude mai perchè non è mai com– piuta. L'azione è poi comandata dall'ob– bligo di agire sulle maSl!e, e per mez– zo di <rueste, sui J)Oteri, 1>erimpedi. re le reazioni del conservatorismo sociale che resLringe le nost.re facol. tà di essere e di manifestarci, e aUo ~CO!)O pure di provocare gli scoppi, o almeno di forzare 1e evoluzioni che ci danno campo d'azione. Non ci so– no dei limiti a questa attività che, 1>eressere utile a noi stessi, risulta utile a tutti. Essa ci conduce a inter– ,·enire in seno alle organizzazioni 389
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy