Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954
che cosa intende con l'affermazione che « oggi, ogni autentico movimc11. to in politica è fatto o dal Partilo Comuni.sta o cfo, g_ruppi fortemente influenzcui ·da esso? ,, Per « autenti– co >> egli intende probabilmente che i comunisti organizzati trattano d.ei problemi che riguardano le masse del popolo. Io non so immaginare un solo esempio che possa appoggiare ciò. Nè, se così fosse, gli anarchici potrebbero essere d'accordo. Tutta la ba5c dell'attegiamento anarchico è il rifiuto di una piccola élite « che fac– cia qualcosa per le masse ,,. li lavo– ro deve esStirc opern della gente co– mune, che la,•ora coscientemente verso un fine comune. Inoltre, parlare in termini di un 1< movimento autentico ,1 im1>lica un movimento verso uno scopo ricono– scibile. Ciò richiede mezzi con cui questo scopo sarà nlla fine raggiun– to. lnlcnd,c S.F. che sol perchè i Co. munisti apf)Oggiano rumorosamente le richicslc popolari essi costituisco– no un 11 movimento autentico ,1, e noi do,•remmo seguire il loro esem– pio? Fu forse il patio Ribbentrop– Molo1ov del 1939, o le 11zionidell'E– serc·i10 Russo all'epoca della rivolta di VurSa\'ia, 01,pure I.i consegua da parie del Governo Russo di Comuni– sti Russi ai Fascisti Tedeschi, un e– sem1>io d.i come ,e a1Tron1are i 1•ro– blemi delle masse ,1? Quesli sono e– videnlemcnte cscm,,i estremi di cce• spcdi(•111i polilici ,, e forse Sam Fa– ranoff pensa ad altri casi. Ma il fot– ~od1c i Comunis,li possano in un da– to momento, per ragioni 1>olitichc, •11•1101,:"gi:irc per i~scm1>iola lotta dei 1>opoli di colore per l'uguaglianza, (111cstoccrrnmenle non ci induce iuL ignorare le rngio11i per cui lo fanno. Non si 1n1ò separare ragioni, inten– zioni e mezzi. dal fine. Farlo signifi- 384 ca perdere di vista l'obieuivo e spro– fondare nella lotta politica che ha portato al 1radime11to da parte dei Co)l1unisti di migliaia di ottimi e genuini rivoluzionari che riposero in essi la loro fede. L'opportunismo politico e l'abuso di potere hanno prOVACalo un arre– sto del movimento rivoluzionario per riaversi dal quaJe occorreranno anni. Circa il nostro rifiuto della demo– crazia parlamentare così come è e– spressa ,lal popolo attraverso il ,,o. to, S.F. ammette che noi abbiamo ragioni perfettamente razionali per far ciò ma, egli aggiunge, 1c per l'uo. mo dclfo strade, <111estc1. SJ>eciedi atti– vità politica è lutto ciò clic egli com– prende,,. E allora dobbiaiuo parte– cipare ad una forma irrazionale di attività soltanto perchè l'uomo della strada (chiunque esso sia) la com- 1>rende? O non piuttosto cercare di chiarire le sue idee attaccando la ba– se irrazionale della sua fede nell'a. zione politica come mezzo di una e– ventuale emancipazione? Quest'ulii- 1110 è nalnralmenle uno dei metOdi che gli anarchici devono adottare, Esso può essere lungo e può non da– re risultali 1>er il tempo che dura la nostra vila_. Ma può l'anarchico se– guire una cond,otta diversa? In gran parte ciò dipenderì, dal nostro obiet– tivo. Se vogliamo essere uomini de– gni e conservare il rispetto di noi stessi, se ci interessano la verità, fa giustizia e la libertà, dobbiamo te– nerci lontani dalla politica quando è necessario, ma dohbiaruo esscrt' 1>ronti a partecipan•i, in termini a– narchici, <1uamlo una situazione ri– voluzionario lo richieda. Molti di noi sarebbero d'accordo con S.F. quando dice che « fo base
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