Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954
pi e il vuoto dei tempi ha lasciato tante lacune nelle menti - anche da parte di molti di quegli anarchici che per un ventennio (dal 1902 al 1922) si occuparono restando anar– chici di movimento operai.o, non si .-ssunsero mai in realtà la denomi– nazione di <<sindacalisti-anarchici». JI vero preciso portrait di qu~sti compagni (io sono Ira <1uelli) lo si avrà precisando che essi, nel limite della loro azione nel movimento o– peraio, si identificavano alla denomi– nazione del movimento operaio stcs– i,O al quale partecipavano. Così una parte (anarchici, sociafo,ti, republi– cani) come tendenza operaia si chia– mavano « confoderalisli n, un'altra 1mrte (anarchici, socialisti, repuhli– cani) contrurii f! fuori della Confede– razione finirono col qualificarsi di t<sindacalisti "· Bisognerà forse fare uno sforzo per penetrare quesle sot- 1ili distinzioni oggi, mentre al loro tem1>0 1utti le coglie,•ano a volo. Si interule che gli anarcl1ici della Confe– derazione e quelli di fuori della Con– (ederazione operavano in comune nel movimf'nto anarchico, :ittraverso i giornali, i gruppi, le Cederazioni, i congressi ecc. Vi erano persino quel– li che ernno anarchici, lavorn\'ano nel movimento 01>eraio, organizzati; ma non ac(~ltavano nessuna forma di organizza1.·ione nel campo anar– chico, che consid.cravano il terreno degli accordi Jiqu.idi caso per caso e per elezione d'occasione. Ad aiu• tare ancora di piìi a conoscere la po– licromia ciel tempo sarit bene segna– lare che vi erano poi i sindacalisti veri e proprii, diciamo così; che non si consideravano, non erano, non ap– parivano affat10 anarchici: nessuno per esempio avrebbe mai considera– to anarchit:i De Ambris o Corridoni 366 o Fuggi ecc., smdacalisti del « sinda– calismo fine a se stesso ))' che tutli gli anarchici ripudiavano. Ci facemmo delle illusioni eccessi– ve sul movimenlo operaio, la sua po– tenza, il suo sviluppo ecc.? Si!. Ci facemmo un pò tutti delle illusioni su molte cose passate e anche sul mo– vimento operaio. In generale di ogni azione che si svolge con fede, ci si crea sempre l'amore che ha la madre per il figlio. Nei tempi di cui parlia. mo non si può supporre se ci fosse un at1accamen10 al movimento ope– raio d'azione per delle ragioni di poltrom,; a <1uei tempi il solo modo di riposarci ce lo offriva la polizia~ che ci mandava al fresco per uno scio1)ero, per un {liscorso, per un ar– ticolo e si era sempre in liberti1 prov. visoria. Non parlo della sensazione tellurica che dettero, debbo dire ra– gionevolnumte, nel loro tempo, date le circostanze, dei movimenti ope. rai di una portata che oggi non ci darebbe eccessive illusioni. (Ricordo che ai tem1)i dello sciopero agricolo di Parma (1908) il giornale « /Ja. Protesta Umnna ,, di Milano, pubbli. calo da compagni <1ssai.poco teneri tlella mentalità organizzativa, usciva con un t.ilolo su tutta la pagina: t<Lc prove della rivoluzione sociale a P11r. ma)1.) Non 1)arlo della sensazione cli eh i ebbe nel settembre 1904 col pri– mo scio1)ero generale in seguito al– l'ccci{lio ,li Bugerrun (Sardegna) il cui ricordo ha dato luogo il mese scorso alle commemorazioni della lontana tragedia. Anche la 1»aura della borghesia fu le mille volte mag– giore del necessario. Oggi si è fatto l'orecchio agli scioperi generali da una parte e clall'altra. Lo sciopero genernlc, si intende, resta sempre un
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