Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954
il peso J'una uniformità lnorganica mascherata d'orgaoi.zznzione, e la so. lidaric1.ì1spontanea che costruisce al– b. base :;;li organi vitali della vita as• sociata il cui processo c,uhuina nella libertà sono i due J>OliOJ>pOstidella volontà di potenza naturale neJl'uo– mo. Non si \'Uol tornare a spiegare la storia, come nel cristianesimo pri– mitivo, conte una Jotta tra Dio e Sa– tana; ma bisogna riconoscere J'im– portanz,1 - J>er troppo tempo tli– menticatu - che l'elemento di\'ino e il deu1011iaco(o, se si preferisce, l'e• Jemen10 umano e il bestiale) hanno nel cuore e nell'azione degli uomini. Ora, si llttÒ dire che i.I socialismo nbbia la sua base stessa in questo a– spetto sano della volontà di potenza, il cui strumcnlo è l'associazione che moltiplica all'in6nito le proiezioni dello sforzo individuale. Oggi le esi– genze della \•ita niateriale, abilmente sfrullatc dn pochi che si fanno pa– droni <lcllc coscienze ricattandole con l'indispensabile pane, rappresen– tano per i piì1 una barriera insupera– bile d1e li nmmucchia nell'ignoran– za e nella miseria. Dando ai produt– tori cd ai consumatori il possesso col– lcuh•o dei mezzi di produzione e dei beni di consumo, il socialismo libera le comnni1::, umane dal predominio ossessivo del fattore economico, tra– sformando le cu1,icligic ostili in un comune sforzo di srru11amcn10 delle ricchezze nalurali. li socialismo è quindi la vna lihcrm:ionc dell'imli. viduo, <1uella liberazione che abbia– mo visla iniziarsi (j?:incchè la lolla, l'as1)ira,done, sono ~ià una lihcrazio– ne) atlra\'erso molti tcniativi insur– r~zionali e attrtn ·cr.rn il movimen– to operaio e <p1cllo corporativo, due forme diverse - facilmente dc– gcncrahili, ma sane alle Conti - del– la diCcsa della vita e della dignità 352 della persona contro i.I sistema del beneficio capitalista. Cosi, nel coum– ne medioevale, contadini e artigia– ni afTcruuwano la Joro possibiJitì, d'essere uomini contro Ja casta pri– vilegiata dei signori feudal.i. Nella misura in cui una comunità così crea– ta oppriu1c e cerca d'annullare l'in– dividuo, perde il suo potere funzio– nale nel senso della giustizia socia– le e viene ,riziata da una secrezione morbosa e p:1rassitaria: l'autoriti1 d'alcuni illdi,,idui (che crenno per sè o proteggono in altri posizioni economica1nente privilegiate) su una massa sempre pili nmorfa e schiava . . Porlare la \'Olonti1 di potenza dal suo piano lk!stiale u quello umano, dal piano della forza a <Juello del– l'iutclligcnzu, d:11pi.tuo dell'autori– tà a quello della solidarieti:l che ci fa liberi e moltiplica le poS5ibilitii in. di\'iduali, ,•noi dire compiere una rivoluzione mortale, ma uon \'UOIdi– re, come potrebbe sembrare ad un le11ore frettoloso, separarsi d,11cam– po delle realtà prntiche, nè cadere nel riformismo. Ci sono, in atto o in genere, o si possono concepire come possibili1I1 da realizzare nel futuro, gli. organi di quest;1 1>0teuza dell'uo– mo. Liberarli dai bas.,i interessi che ne inlralciano o pen·ertono l'azione o ne impediscono In nascila, farne i nuclei coordinati della societil Futu– ra, è opera rivoluzionaria. Sono proprio .i nuo,i svilup1li del– la 1ccnica e le nuove fornw di v"ila associal.1 a, cui c1uesti .5vi\uppi - u– niti alla decadenza del cnpirnlismo - creano le condizioni fovor<"voli, a farci insistere piu1tos10 su questo che su altri as1>e1tidel pensiero nnarchi- . co. Queste m10,•c forme possono es– sere tanto il totalitarismo, che non c'è 1>"iì1 bisogno di definire da quan– do Orwell ne lia data, in un romanzo
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