Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954

lutti metodi di chi opera neUa pre– messa di discorsi-di-libertà ma in so– stanza ch.iede agli altri di seguirlo, di affidarsi a lui. Noi siamo in stato-di-resistenza CO• s1ante contro: I) chi pretende di controllare il nostro spirito - cioè i conclamati de-. tentori di verità rilevate che bisogna accettare ad occhi chiusi, con atti di « (ede »; i sacerdoti di tutte le chie– se che attorno a quelle pretese veri– tà, supposte anteriori alJa libertà di ciascuno di noi, hanno costruito mac– chine irreggimentanti fatte di dogmi e di riti. 2) chi analogamente ai preti del– le chiese, pretende di mettere giogo e basto alla nostra azione aociale - cioè i mil.itari dCgli eserciti ed i po– liticanti dei Partill, 1e élites o gangs per cui è fondamentale coltivare tra noi lo spirito di gregge - mentre o– gnuno di noi, per poco che interro– ghi se stesso, si ritrova spontanea– mente teso cl.entro contro ogni mili– tarismo cd ogni conformismo, vuole la sua intera libertà, come condi?.fo– nc preliminare per riconoscere e col– tivare e di.fondere anche la libertà del suo prossimo di uomini e donne di\,ersi ed uguali, nel che è il noc– ciolo della nostra azione sociale. 3) chi pretende infine di control• lare il nostro Ja,,oro - cioè i de– tentori della proprict~ dei « nostri » mezzi di produzione e d.i distribu. zione - non perchè son ricchi ma 1,crchè son padroni, non perchè si appropriano una quota di prodotti maggiore del1a nostra ma perchè ci tolgono ]a liberti, di disporre noi s1cssi del nostro Javoro, secondo il genio di ciascuno e i nostri )iberi accordi; estranei a]Ja nostra volontà di un « benessere » che non sia solo sul piano economico, che ci {a am– mettere l'idea di una società in cui magari staremo meno bene che neUe città mostruose sorte attorno all'in• dustria di massa, ma saremo alfìnc Ji. beri anche sul posto di lavoro. Le condizioni sociali presenti del• l'Italia rendono estremamente diffL. cile la trasposizione in pratica del– l'orientamento di anll-autorità che è peculiare degli anarchici. Le varie generazioni J>resenti, cia. scuna con la sua particolare esperien– za storica, concordano nell'opporre una res·istenza opaca, gelatinosa, ad ogni 1entativo dj risurrezione delJa capacità e volontà critica, del giudi– zio personale, dell'iniziativa sponta– nea, dell'amore per il rischio che sempre s'associa alla 1ibertà. Propa. gandare tesi-ideologiche è vano: H parlare-idee non interessa nessuno, tutli si voltano dall'altra parte (s'in. tende se il parlare è di. vere idee, non già i catechismi di pseudo-idee di cui la genie è tuttora avida). Tentare esperimenti d'azjone col– lettiva du soli, in una società divcnu• ta profondamente totalitaria, è in pratica impossibile: solo i grossi ap. parati dei partiti e della clùesa (e dei sindacati da loro dipendenti) hanno i rnezzi necessari perchè l'e– sperimento sia grosso, sia rumoroso, nutrito cli manifesti di giornali di radio con l'intensità necessaria per penetrare attraverso 1a sordità media de11e persone. Non rimane che l'azione persona• le, o l'azione di piccoli gruppi, anzi di gruppi minimi. In questo senso JHIÒ ben d.irsi che torna vitale Godwin, la sua idea del– l'associazione come necessariamente di pochi che si couo~cono, i.Isuo con- 343

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