Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954

sero che C"On loro ltworauo non « di– J"K!nde.nti » ma altri uomini, uomi– ni ciascuno dei <1uali ancbbe pur bi– ~0~'110 della sua parte di via-libera 1wr poter csprirucrc il meglio di sè nel lavoro. S"acconlcnlano i1wecc del <·omandarc: con che 11j è giunti or– mai all'assurdo che uomini e donne son foni da loro servi di maccl1ine cht- altri uomini de:bitamcnle condi– zionali pro~<'ttano ap)'ttnto pt:rchè l'uomo vi abbia sohanto una fun– zione ncccs;oriu. Eppure già 1,nfìno tra di loro qualcuno &'accorge <'he Inie CC"onomiatlisumnnizzala 1eude a divenire flcrfino 11on-econou1ica. E già sono in 11110 lcntnlh•i c.sperimenli di fnhbrich" che ridinno a ciascuno 111gioia del proprio ltworo: fobhri– che in <:ui piÌI ne88uno può coman– dnrc. Avvio cerio dell'avvenire 1•os– sibile. (Al C"ulmine di lutto, i gr11ndi po– litici c·hc 1uofit1nno di tult~ le vo- 10111:, di potere altrui per convogliar– le. mn1;nri fingendo di !Cr,•irlc, af– finehè di fotto ~n•11no infine alla co– stiluzione cd ulla con~n•o7,Ìone del loro Grande Potrrc, con i risuhati pili inumani che èia pos11ibile im– maginare, che 111110 traducono alfioe nei termini Jlozzi dclln guerra. L'er. rore-101alc, llN" il <11rnle non vi è mis.dioramenlo alcuno po~ibile: uni• C"a via apcrla, farne sparire le pre– messe, cd allora la frallur:i abissale trn « ,:z;o,ernare.,. in a1Horiti1 e« am– mini~lrarc Jt in libcrtù lìi mmlrcrl, itwolnrnbile - cd i politici apuriran- 11O UIH'h·('~lli, tornrr1111no ~CIIIC•CO– mune nl lavoro, C"On lutti p:li nllri). Quante umi spiegmr.ioni pazienti, pn ,limostrnre c·lie ognuno dei « eo- 111a111f11111i , 11rmi,·i-dpll'u11w110 rcrca .mio in fon,lo il hene del !1110 1►ro~.si­ mo, a11<'lif' ,,111111110 senza veli usa del euo f)ro&iimo conw ~1rumcn10 per e-0ddisfarc la ~ua particolare pabÌO• ne. La lcllcratura politica ha tulla in fondo Questo soggc110: è tu Ila. in (11:c~losenso, gesuitica. Ma nessuno può con parole nascondere il carotie– re comune dei politici: l'ansia di e:,...-ere"sopra • gli ahri. Le loro pa.1. :!ioni costituiscono i mille vohi del Moloch che essi adorano e forzano ~li _altri ad adorare, l'insaziabile s-1_u1uda feroce volontà del predomi- 1110 sul proprio pro88imo. Perciò noi conclndiamo ripelcmlo le affermazioni che costituiscono In nostra 1>orta d'entrata nel dominio della pratica. Alh1 radice dei mali soci11li "'è nell'a11i,•i1à delle persone oniro j lo: ro gruppi, l'associazione della volou. lit del comando con la ,•olonti1 del– l'ubbidienza. Esse si esprimono socinlmenle con la. ~ostiluzione di a)lparali per con– d1z1onare uomini e donne allo ri– nunzia del loro giudizio personule. affinehè regola della loro azione personale e di gruppo nccc1tino c1ucl. la che additano i capi. Tali apparali, n.!!Sociati negli c.fff't– li negativi anche quando tra di loro combat1ono J>er pre,•alcre l'uno ~ul– l'ahro, concludono con l'in. §ie.mc di i.iiti1uzio11i legiferanli e imprigiouan• ti per le menti e per i corpi (cliie:ie, accademie, lrihunali, officine, fuuo– ric, e3erciti, J)Olizic, go,•erni, ecc.) che costituiscono lìOJlrnla gente labo– riosa a.!!Soggct1a1n le Autori1i1 Lcgit– limc, lo Staio. Perciò noi siumo prime, di tullo a– narchici, cioò ci rifiutiumo II tulle le A111ori1i1Legittime, siamo tesi contro lo Staio, nel suo in~ic111c e nei ~uoi

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