Volontà - anno VIII - n.4 - 15 agosto 1954

ìlmse-ideologica, operanti <come"< popolo,, mdle lor sedi reali la comunilà cai villaggio o di città, la Ta"Ubrica o la scuola, ecc. D'accordo dunque: liisogna « inoltrarsi nella realtcì )). Ma noi Jo fac• ,ciamo con lo stesso anin10 ai chi SI11>piache lungo la sua via v'è un peri ... •<:olo perm!lnenle e non si concede perciò distrazioni. Sappiamo che se cc..– ditnno alle vie apparenl-Cmente focili dei meccanismi d'autoritit saremo an., che noi divorali, noj mm migliori nè peggiori di chi già abbiamo ,•is10 di• vorato. Quanti nomi si potrebbero fare, anche di amici vivi, partiti con la DO;,,lra s1essa volontà J·i ·bene, di libcrti1-per-mc-e-per-il-mio-prossirno, e giunti per sè a hel1e posfaioni sociali ma ormai senza pili anima. No, duncp1e, ad un « inoltrttrsi 11ella rea/rei >1 che ci porti ad es. anche nelle sedi tielle lolle politicl1c. Ma si ogni volta che ci s.i apré uno spiraglio pèr un·azione sociale libera, e proprio - come dice MTB - nella fabbrica mell"uHìcio nella scuola., per dire in tullo l'insieme dei rnpporti reali di cui s"inlesse giorno per itiorno la vita nostra e <1uelln del nostro prossimo. Non c'è mai un (( trascurare ed ignornre )) 1 ma c'è sempre una « scelta >). f]uesta sì, quello no. E che altro è ,,ivere umanamente, cioè oricn1a1i in -ècnsi di libcr1:1, rn non via ~•ia procedere a S<•f'lteper i nostri alli? Anche MTB vede che quando ad es. Merlino iasciò il movimento anar– (C:Jiicodel suo tempo in cerca di vie pii1 efficaci, e .Malatesta lo vedew1 al– Jonlan.irsi nel 1< nutre di temp,•ste )) e (( restllVll sulle, riv<t », chi aveva ra– ·g'.ione cm Mulatesla, non certo Merlino. Ed oggi, <1ua11donoi di Volontà .s.itu.nodeliberntamenle « rimasli sulla riva >1 di fronte ai gruppi di gio,•ani .illuiii 1mr tra noi (per la suggestione dei successi PC) di poler lanciarsi nel ~ 1J.u1rcdi lempeslc" della lolla politica, dii ha avuto ragione siam noi: la 1,r:itica lo ha giit mostrato (con la nulliti1 di risultati loro nella nostra dirf'– zjmlJ(L ~oi siamo da sempre decisi al massimo di partecipazione alla vita so– ciale del nostro tempo - con la distinzione netta Ira vita-sociale e vita-po– litic,a che è il suo conlrario, espressione in ahro modo del con1ras1O insop– primibile per cui Società e Staio son due entità che si negano a vicenda. E solo pcrehè vediamo che, posto 1alc invalicabile limilc, il presente con– e<'nte pochissime vie di lu,·oro. solo per ciò ci rassegniumo ad essere oggi sohanlo « il lievito nel pane. il sale nella minestra ». Quanlo abbiamo tentato, dal '45 in poi. Ed ogni lentati,•o un fiasco: 1~rchè per riuscire avremmo d0\ 1 ttlo anche noi cedere a divenire comandanti– di-masse, anche noi farci un catechismo ed un rituale - senza i quali tan- 1i~ilmi Ira gli uomini e donne d'oggi, collettivizzati dal fascismo e dal cal~ tolicismo e dal comunismo al punlo d'aver paura di se stessi, rifiutano di muoVere pnr una palpebra. Eppure seguiliamo. {A nos1ra piccola rh•ista, per parte sua, ra ciò che pnò. All.tccare su tutti i piani la validità e l'utilità dei miti. 215

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