Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

Irollo che si rifiuta di attuare oggi in modo sicuro e razionale e con il ne. <.~ssario spirilo di responsabilità so– ciale. E' un atteggiamento tre volte im- 111ornle e tre volte dannoso: I) per– ◄·hè promuove le nevrosi e 1e J>erver– sioni; 2) pcrchè cerca il ristabili– m.e111Odell' e<1uilibrio demografico i,acrifìcando le classi pol.iticamenle 1,ii1 mature (aristocrazia OJ>eraia e media borghesia) a quelle piì1 irre– sponsabili od egoistiche (lum1>enpro• le1ariato o grassa borghesia); 3) per• chè condanna Je masse a vivere in continuo contrasto con i principi morali ufficiaH e rafforza <1uell' al• mosfora di ipocrisia e di omertà che conlnmina da troppo tempo il CO• :.lume nazionale. A quesl'uhiiuo proposito mi sem– bra non vada 1rascu.ra1O l'evidente impulso che certo ipocrita morali– i;mo nostrano dà alla dHTu.sione del• !"aborto procurato, testè 11ccer.mata: di rronte all'ine[ficacia o alla sgra– dc,,olezza dei mezzi preventivi oggi conosciuti o rejleribili, masse sempre pii1 largfìe di cittadini ricorrono a questa odiosa forma re1>ressiva di c·onlrollo, che 1>erahro resta anch'es– su inaccessibile, per motivi finanzia– ri, alle classi più povere. Queste uJ. lime. coaì, fanno ancora una volta le :.pese di su1lerale concezioni si1nul– tancamcnte predicate e violate nel modo pil, sistematico dalle classi ab– bienti. Beninteso, nel sottolineare l'ilo– portanza della eccessiva prolificitì, 1r11le cause di quella terribile mn• lullia sociale che si chiama miseria, i sostenitori dell'educuzionc demo– ;:rnfien non hanno nessuna idea di ab– b:m<Jonarsi allo stesso fanatismo po• 156 !emico degli avversari, proclamando la miseria solo e nient'altro che una conseguenza dell'esuberanza demo– grafica. Essi rinunciano alltt disputa medievaJe sullu e causa prima » e in– tendono solo considerare prolificità e miseria nei Joro rapporti dinamici o– dierni, riconoscendo in tali rapporti quella che gli elettrotecnici, se non sbaglio, ch.iamano una forte « indu– zione », cioè una reciproca progressi– va inHuenza. Ben lw1gi dal ritenere In riduzio– ne del tasso demografico tma misura sufficiente ad avviare a soluzione il problema della miseria, eE,SÌ giudi– cano quindi tale riduzione una mi• sura necess!lria, una condizione es– senziale al successo di tutte le ahre misure specificamenle economicl1e dirette a combattere la miseria: a loro av,,iso, senza l'educ11zione de– mografica, e quindi &enza un'adegua– ta commisurazione deJle necessità del corJ)O sociale alle effettive risorse e• conom.iche del paese, l'opera dei po– litici e degli economisti e lo sfor.to della popolazione produttiva equi– varrebbero alla fatica del J)rode An– selmo, <1uando attingeva l1ac<1uacon l'elmo bucato. Escm1>io tipico di questa insu[fi. cicnza delJe sole controruisure econo• miche neJla lotta contro la miseria e le sue conseguenze è offerto dall'atti– vità edilizia fin qui condotta e con la <ruale si è preteso e si pretende di o,,. ,·iare al grande 1>rohlema del sonar. follamento delle abitazioni. Tale at. ti"itù è statu da lulti giudicala jm. 1>one11te. I dissensi sono sorti sulla formu in cui si è s,•oltu: i p11rtiti di sinistra e cenlro sinistra sostengono infutti che i ra1litali in essa im1>ie. gati anebbcro dovuto essere o inve•

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