Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954
di.31ruzionc di uno dei termini nccc-,. sari tiella sintesi vi,·ente che è l"eclu. cazionc. Domande come c1uclle che rui son scn1i10 foro pii1 volte: dove è mai l'11u1ogov,:rno, se i maestri insegnano ncllu voslra scuola come nello ahrc, oppure: com'è possibile aUÌ<lurc il proce~o educativo agli stessi raguzzi, che non sanno dove indirizzare i loro storzl e mulano di interesse con c– slrcnrn volubilità? rirnlano una con1- plc1a incomprensione del concc110 cli autogoverno e di libertà nel procrs– so educativo. Gii:1Housscau, interpretato in con– for111i1i1 alle esigenze pili profonde del suo 111·•nsiero 1 non pro1rngn:1 giìt l'abolizion(" del maestro, nrn dei mc– lodi c1q,ricciosi dcll'indi,,iduo che si erige urbitrnriumente u mcntor(' dc– ~li nitri. Lu dottrina dell'autogoverno mcl– le polemicamente l'accento non gii, sull'assurda pretesa di abolire o :11- tcnuare l'aulorità, ma su un uuo\'O motlo di couce11ire e di esercitare la au1ori1ì1, cui s1letta di liberare e non di a.,servire. Essa insiste sull'csig('n. za che l'eclucalore dc,•e farsi coope– rntor,· intelligente e guidn accorla che uiuta, seconda e inclirizz11 lo svolgimculo naturale, lo sboccio spontaneo, lu liberazione del.le nt1i– vi1i, piia SJ>ecificamenlc umane elci discepolo. Essa non nega la necessa– ria nwdiazione dell'autoriti,, momen- 10 ineliminabile dell'educazione, m;:1 ri1111dial'inluizione passi,•a e 11ulori- 1uria dell'opera educativa riclotla a 1rasme11cre nozioni astrallc e a pla– snrnrc e disciplinare dal di fuori. L'"duc111ore 1 che ha inteso dnv,•ero il signHìcato del suo compito e si con– sidn11 µ:11id11 amorc\'ole e accorta dei suoi allie,,i, suscita infallibilmente 148 intorno a sè un'atmosfera di ·fiducia e di operosità pacata e gioiosa che tra– sforma in modo radicale l'ambienle scolastico tradizionale. Suscitare c1uc– sta atmosfera favore,•ole alle esigenze 11ffc11ive del ragazzo, sollrarlo al sen– so paralizzante <lell'insicurezza e del– l'isolamento è la condi7J.one prima dell'a11ivit.i1 feconda e della com- 1•rcnsione reciproca. E' ciò che ha sempre costituito la superiorità del regime familiare, quando è quel che de,·c essere. Lo ha messo bene in ri– s.aho Peslalozzi qmmdo ha richieslo eh(' la scuola si ruoclclli sul focolare domestico e si inserisca nel processo costrulli\'O che ha avuto inizio fra le mura della casa ,paterna cd è già molto innanzi <1unnclo il bambino viene arfidato alla scuola elementare. Pur rendendomi conto delle ragio– ni storiche che hanno indotto certi educatori moderni ad assumere atteg. giamenli liberlari, trovo estrcma– m('ntc pericolose le 11ffermazioni co– me c1ucllc recenti di un benemerito educatore francese: « Nella scuola dell'educazione nuo\'a (e nella fami– glia), egli clice, l'educazione non è lo scopo del 1nnestro, non è un'attività m11gistralc (nè dei ~f'nitori): l 1 cdu– c11zione è propriamente una attiviti1 inCantilc, l'educazione è lo scopo. la opera, la realizzazione del ragazzo. Ogni volta che si cerca di migliorare l'insegnamento, di permettere all'e– ducatore di fare delle lezioni miglio– ri, di eccitare la curiosità degli allie– vi, suscitare e ruantencre la loro at– tenzione. farli lavorare e progredire, guidarli, -dirigerli, impor loro o far loro acce1111rcuna disciplina - (1ua– li che siano i mezzi proposli ]lerehè egli raggiunga i suoi fini, si è fuori dell'educazione nuo\'a. L'eclucazione è l'opera del ragazzo, eh"" non de\'e
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