Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954
La socialità è un momento essen– ziale del processo di autoscopcrta dell'individuo, in che consiste l'edu– cazione. Essa non è alcunchè di e– strinseco e di sovrapposlo, ma piut– losto un gradino inelùninabilc nel cammino di costituzione dell'io. Si è cercalo anzi di dimostrare recente– mente, con ragioni molto plausibili, che persino gli atti di apparente a– soci11liti1,come l'aggrcssi,•itit e la di– spct1ositi1, che caratterizzano cerri periodi delrmfanzia e deU:adolc. scenza, sono già una rudimentale e– S"!)ressione di una socialità che cerca ln sua via. E' In scuola che, lulta impegnala nel suo comr>ito intelle1tualis1ico e moralistico e tulla concentrata nel– l'ardua fo1ica di distribuire 1111 corre– do indeterminato di nozioni enciclo– J)ediche e di precetti di condolta, rende s1>essopermanente e definitivo un dissidio passeggero che, bene li• tilizzulo e incanalato educativamen– te, potrebbe diventare un efficace slrumento di formazione della pcr– soni1. TI fatto è che domina nelle menti, sebbene spesso in modo inav– vertito. un tcnacissimo pregiudizio, di origine molto remota e ormai stri– dcntcmente contrastante con i motivi flii1 p;·ofondi della nostra c·iviltà mo– derna, il pregh,dizio che :tl rispetto degli altri. alla subordinazione alle norme e alle leggi giuridico-etiche, si. possa arrivare soltanto con lo spezza– re le molle interiori della resistenza individuale, che educare insomma sia piegare, sia assoggettare anziehè liberare gli interessi più profonda– mente umani dei ragazzi e degli a– dolescenti. PMcf'dimento che non può condurre invece se non alla for• mazione di rivoltosi, di cinici amo– rali o di abulici. Dominata da questo pregiudizio, oltre a renclcre permanenti dissidi e chiusure temporanee, la scuola suole discouo,;ccr<' I' incomparabile valore costruttivo delle forme spontanee di collaborazione fra condiscepoli, che essa considera ostacolo allo svolgi– mcnlo normale dell'ordinato lavoro didattico, contribuendo così a tra- 5'ornrnre in spirito di clan e in omer– tù un sano impulso alla solidarietà fra compagni. Questa sordità ai suggerimenti che offre la natura umana a chi sa in– terpretarla, spiega perchè la peda– gogia di ispirazione autoritaria abbia sempre dato un llCSOprc1londerante al problema della disciplina consi– derata per se stante, come una specie di condizione e di presupposto di <1unlsiasi insegnamento. L 'ordì.ne di– fatti o lo si concepisce immanente nel processo dell'apprendere e non CO• slituiscc quindi un problema a se s1ant.e, o è imposto dal di fuori e si è indott.i ad almanaccare ugli CSf>C• dienti atti 11 provocarlo, a garantirlo e a restaurarlo <1uando è ,·iolato. E1>purc un'osservazione non pcde. stremcnlc llrofcssionale, ma umana– mcnle com1lrensiva dell'educazione, rivela immediatamente l'ar1ificiositi1 e l'inconsistenza del punto di vista scolaslico tradizionale. Basla mular il nostro atteggiamento per a,•veder– ci clic ln fonte del dissidio è in noi piulloslo che nell'alunno. :M.ettelc ra– gazzi e gio,•inetti in eondiz-ione di e– spandere Jihcramcnte le loro attivi– tà; [ate ap1lello alle loro t!ffettive e– sigenze, agli impulsi spontanei del– la loro natura, ai loro interessi e vi accorgerele di aver a che fare con esseri disposli a stringer lf'gami so– ciali con voi <' con i propri compu- 145
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