Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954
meglio quello che abbiamo fotto ma• le o meno bene iu passato. Anche in questo campo dobbiamo rinunciare alla pigra jllusione che la salvezza ci possa venire dagli ahri. La ricoslru– zione morale e politica del nostro paese deve prendere inizio proprio dalla modesta quotidiana attività e– ducatrice della famiglia e del.la scuo– la e sar.i, un duro compito per gli uo1nini di buona ,·olontà, duro com. 11i10perchè non è agevole ster1rnre invctcrale abitudini di cialtroneria, di sciatteria, di inerzia mentale che hanno ben abbarbicate radici, remo– te e recenti. La .sahezza possiamo at– tenderla soltanto dagli insegnanti e dalle famiglie, se saranno ben decisi i primi u rivendicare e difendere so– l)ru ogni altra cosa Ja loro liberti, f)Cr tarne un uso degno, se si educheran– no le seconde a considerare la scuola come uno dei precipui sen•izi pub– blici, da cui abbiamo diritto di esi– gere solerzia, vivo senso della giusti– zia, sollecitudine delle anime, eff'et- 1ivo rendimento, ma non già indul– genza, compassione, arrendevolezza alle IJretensioni dell'egoismo indivi– du11lce familiare. JI mass.imo ostacolo a 1rasfornrnre l'o1•cru Jella scuola in un naturale integrnmcnto e disciplinamento del tirocinio che impartisce già in modo s1,ontaneo e per lo più indirello la collellività, è l'idolatria del sapere, della 1>olimazia, morbo d1e suole col1>ire i popoli di pili antica civiltà e di piÌI aristocratica tradizione spi– rituale. Questa idolatria ha trasfor– mato lroppe nostre scuole, s1>eci11l– mcn1e quelle di cultura liberale, in vivai di chiacchieroni .inconcludenti, presuntuosi, incili a governarsi, u ri– solvere i molteplici problemi che an– che l'esistenza l)iì:1modcita offre i- 144 ninterrottamente con iocsau-,ta fe– condità. Mentre nelle relazioni sociali ap– prezziamo sopratullo i.I Jominio di sè, il sano senso del reale, la beltà. la delicatezza di coscienza, la coeren– za del carnttcre, nella scuola, quasi che essa costituisse un microcosmo scisso dal mondo circostante, coneen– triamo tutta la nostra attenzione sulla « cultura » e sulla ..svegliatezza del– l'ingegno, dte non sempre coincidr– con l'effettiva intellisenza costrutti– "a, che è si acutezza e penetrazione teorica, ma sopratutto salda <1uadra- 1ura morale. Ecco perchè, pur essendo molto pili diffusa la cultura generale presso il nostro popolo che non presso al– tre grandi nazioni, e pur essendo esso dotato di svegliatissimo ingegno naturale, da noi pili che nhro,·e sia. ruo costretti a lamentare nella cosi detta classe colta uno squilibrio in– teriore, un dissidio fra il dire e il Care, una scarsa aderenza alla realtà, una insensihili1i1 morale che ci in– ducono spesso a dubitare della con– sis1enza interiore dell'intero nostro sislcma educativo )). Era la voce della speranza', cui do– vevano seguire molle smentile, ma il programma è sem1,rc quello, oggi comf' ieri. L'im1)resa sin dall'inizio non si presentava facile. Urlava f'Ontro un modo astratto di concepire l'educa– zione largamenle diff'uso e c,rmai cri– stallizzato nel costume, oltre che contro un ben saldo ordinan1ento burocratico centralizzato, f'he suole ostacolare ogni libera iniziativa in– dividuale e confonde l'cducuzione con il fatto amministrativo.
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