Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954

.se questa parte della scena mondiale, della quale ero stato spettatore per più di un mese, presa nel suo insie• me fosse buona o cattiva, da pren– dersi o rigettarsi. Certamente ogni visitatore risponde a modo suo, gli uni riconoscendo, gli ahri respin– _gendo. Il giudizio su questo è più che una critica teatrale. GJi attori del dramma sono pili che semplici commedianti, rappresentano il po– polo yugoslavo. La tragedia non finisce colla rappresentazione. Gli e– roi caduti non possono dopo la fine dell'atto alzarsi dietro il sipario. Abbattere violentemente un go– -verno e sostituirlo con uno nuovo è un avvenimento che in determinate circostanze può avvenire in alcune ore, come in un teatro di marionet– te. Mutare però le condizioni di pro– prietà, abolire addirittura la pro– prietà e sostituirla con quella dello Stato, voler dirigere secondo un fiJo conduuore per nuove vie la politica, Ja civiltà e la vita spirituale è un -dramma sociale che J>Orta un intero popolo fuori deUe sue vie consuete e trascina tutti a partecipare al risve– glio. Gli autori originali di questo d.ramma sono i liolscevich.i russi, esso \•iene rappresentato nel.le repub– hliclle popolari, allori ne sono i CO• munisti, il popolo le com1>arse. TI dramma non è ancora termina. to. Forse è troppo presto pronuncia– re un giudizio. Quanto, però, fino ad ora abbiamo veduto ci consente una prima va1utazione. La rivoluzione comunista consiste secondo i suoi sostenitori in tre atti. Nel primo atto si compie la espro– priazione della terra e dei mezzi di produzione, questo è il punto pili al– to del dramma. Nel secondo atto si 106 ha la statizzazione della produzione, del commercio, della coltura. Questo rappresenta un ·periodo di trapasso, durante il quale le tesi contrastanti cozzano tra loro e non si esce senza avvenimenti tragici. Nel tt>rzo atto, però, come nei films tutto deve ter– minare felicemente e la giustizia so– ciale trionCare. In Yugoslavia il primo atto è ter– minato. Il secondo si sta svolgendo sotto i nostri occhi e Tito ha dichia– rato che esso sarà terminato rapida– mente. UaJla corsa degli avvenimen– ti sino ad ora si può trarre qualche conclusione sul presumibiJe svolgi– mento ulteriore. L'identificazione di una nuova so– cietà è un'impresa di grande porta• ta. I dirigenti di questa impresa de– vono ogni tanto (are un bilancio dei risultati conseguiti, mettere di fron– te il passivo e l'attivo. Rende l'im– presa? Merita la pena fare u1teriori investimenti? Corrisponde ]a tappa proposta col piano, la realtà coll'i– deale? La risposta a questi quesiti Ja de,•e dare il popolo. Il capitale investito son le forze vive della na. zione. La rivoluzione è stata fatta in nome del popolo e per iJ popolo. In Yugoslavia il primo atto è stato terminato da un punto di vi.sta pro.– grammatico meno che in Russia, La espropriazione della terra è stata at. tuata fino al 30%. I piccoli contadini sono _rimasti proprietari della loro terra. Non si voleva correre il ri– schio di spingerli nel campo dei con• trorivoluzionari. Si lasciano ai con– tadini i loro terreni, non li si co– strinse in Kolcozi. Questa fu un'ac• corta politica. I proprietari, però, delle miniere e deUe fabbriche, delle (errovie e degli altri mezzi di trasporto, delle

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