Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954
altri ai quali si piegarono per timi– dezza o per necessità. Per lo studio di casi del genere nessuna regione d'Italia, corrie ]a Sicilia, offre maggiori possibiUtà. Bastava un bandito a trascinare con sè diecine e anche centinaia di 1>ersone, e alle volte lo stesso ban– dito all'origine era stato pur esso vittima dell'altrui malvagità. A tutti questi si aggiungono <Jue]– li le cui confessioni sono state estorte colle torture, e il <1uadro del mondo degli ergastoli dal punto cli vista ... giuridico, è al completo. Non intendo tutlavia concludere che tutti i comfonnati siano inno– cenli anche se riconosco nell' at– tuale organizzazione sociale la causa principale ciel maggior numero dei delitti. Quello che voglio affermare è che su semplici indizi, falli sorgere col– l'atto ,,ilissimo della leuera rmoni– ma, non si dovrebbe mai condan– nare. Un 1>rocesso non dovrebbe mai es– sere ri1cnulo chiuso, e- alla minima prova che Caccia nascere il dubbio sulla col1>evolezza del condannato, dovrebbe venir sospesa la pena e si dovrebbe immediatamente dare cor– so a nuove indagini. Quando sussistono le prove che le confessioni sono state estorte colle torture, si dovrebbe procedere a nuovi interrogatori da eseguirsi al– la presenza dei difensori. Un esem• vio: un compagno di causa de] Lih– borio e dello Scarantino, dei quali ho 1>arlato piì1 sopra, e che trova– vasi pure nell'ergastolo d.i S. Stefa– no dove vi mori di fame, se ben ri– cordo, nel 1944 1 si era conJessato com1>lice del Libborio senza che in verità avesse preso parte al delitto. 013 in conseguenza delle torture in• flittegli. Si può credere benissimo che certi delinquenti, come sono capaci di al• ti feroci a scopo di rapina, sono an– che capaci, una volta vinti, di trasci– nare alla catena degli :innocenti, di. chiarandol.i complici per vendicarsi di affronti subiti. Prima di chiudere voglio ricorda. re un altro episodio. L'attuale cap– pellano di S. Stefano, padre Fulgen• zio, quando non era ancora stato trasferito in <1ucsto ergastolo e ve– niva solo a parlare nel mese di mag. gio, un giorno ci disse: «Questa mat. tina, mentre dalla stazione ferro– viaria mi dirigevo a quella maritti– ma, improvvisamente mi sono senti• lo chiamare; voltatomi, ho ricono– sciulo un amico col <1ualc eravamo stati ufficiali insieme durante la gucr• ra mondiale 1915-18. Chiestomi do– ve ero diretto, glielo dissi cd allora aggiunse: « Saluta per me questi po– veri infelici e di loro di non tortu– rarsi troppo, che sappiamo anche noi che i veri delinquenti non sono loro, ma tutti questi gallonati che incontriamo ad ogni passo e tanti, tanti altri pei quali dovrebbero es– sere fotti gli ergastoli>>. Alla predica ernno presenti. la di. rezionc al completo e tutti gli a– genti. li giorno dopo, avendo il Irato fotto il giro dello stabilimento ed es– sendosi fermato da mc che ero in corn1>agnin di altri due condannati llolitici, lo ringraziai dei saluti del– l'amico suo che egli aveva avuto la bontà di portarci e g]i dissi che 1o avrei ascoltato per tutte le sere clie sarebbe rimasto. 89
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