Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954
la schiena e facendogli cadere di ma• no il forcone. Intanto però la co– gnata continuava a· dargli col pro– prio sulJa testa. Egli portava attaccato alla cintola un coltello o una roncola e potè a{. ferrarne il manico, mentre insisteva col fratello che Jo Jasciasse libero. Ma ecco che nelJo sforzo per libe– rarsi ferisce i1 fratello al ventre in un punto mortale e se lo sente ca– dere per di dietro mentre lancia uno spavenlevole urlo. A quell'urlo del ferito e aUa visla del sangue l'ira della moglie ,•erso il cognato e quel• la cli queste. spariscono ed entrambi si prec.ipitano sul disgraziato. Il frate.Ilo omicida Jlrende nelle sue braccia il ! ratei.lo ucciso e lo (lOrta fino a casa nel suo letto e poi, sempre pili sconvolto, vaga per i campi in attesa che lo vadano a prendere. Alla vista dei carabinieri va loro incontro, si Jaseia ammanet. tare e condurre come un bambino. A I processo racconta la triste sto– ria che Jo condusse al fratricidio e piange. Gli è concessa qualche at– tenuante, cosicchè invece del.l'erga– stolo viene condannato a 24 anni cli reclusione. È stato mandato neU'er– gastolo per scontarvi il periodo di segregazione: tre anni. Non passava giorno che non piangesse l'amato Fratello che lui stesso aveva ucciso. Ricordo che un giorno il d.ireuore dell'ergastolo, Stefano Appi, portava in giro 1>er lo stabilimento dei visi. latori, ai quaH mostrava i condan– nati per i pili diversi reati. Giunto davanti al fratricida, jndiean<lolo disse: 1c Questo ha ammazzato suo fratello ». Allora uno dei visitatori gli eh iesc perehè avesse ucciso il Fratello; e il disgraziato, nel povero dialetto del suo paese, tentò di spie• 88 garglielo. l\,la essi si allontanarono prima che avesse terminato, parlan• do coll'aria di competentà su1le cau• se psicologiche del delitto ... L 'iofolice, pur nelJa sua ignoran– za, capì l'insulto e pianse, e nella notte tentò di suicidarsi. Ma avendo bab'llato il lenzuolo col quale aveva fatto una specie di corda iJ nodo non si chiuse e dall'agente di servizio fu scorto in tempo per essere salvato. Per questo tentato suicidio si ebbe quindici giorni di punizione ... C'è tuttora, nell'ergastolo di S. Stefano, l\.1arceddu Giovanni con– dannato all'ergastolo per c-ssersi re. so comp]ice di un omicidio commes. so dal fratello, prestandogli il pro- 1>rio fucile. 11 fratelJo era maggiore di et~ e quil\di in condizioni di influenzare il minore. Ma i giudici non vollero tenere in considerazione questa cir– costanza e condannarono anche il mi– nore al massimo della pena. Bisogna anche aggiungere che lo ucciso era un ttfficiale della milizia e i due fratelli poveri pastori anaHa. beti che non si occupavano di poli• tica; j) urnggiore era stato pili volte bastonato dall'ufficiale fascista 1>er• chè non gli dimostrava sufficiente rispetto. Come, nahtralmente il ri• SJ>etto poteva essere concepito da un fascista ... Il maggiore di questi due fratelli è già morto per tubercolosi in ga• lera, ]asc.ian~o la moglie e tre bam– bini, il minore ho già detto dove si trova. Impossibile dire il numero di <1uel• li che finirono rapinatori da strada e banditi, in tutto il triste significa. to de1la pnrola, sono l'influenza di
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