Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954
u'uon10, di questo contadino aoaHa. beta, che appaga lo strazio del pro– prio cuore togliendo lo sguardo a quel poco di umanità che ancora lo circonda? Vi era il Corbisiero di cui tutto il 1uondo ha già parlato 1.;er essere stato lìualmente riconosciuto inno– cente, dopo aver lasciato il migliore della sua vita nell'ergastolo e in tan– te altre carceri 1•oi. Una mattina, per una circostanza fortuita, mi trovai a prendere la mia ora d'ari11 in un reparto formato da dieci cortiJctti dei quali uno era oc– cupato da mc. w1 secondo dal Lai, un terzo dn un certo Libb,Jrio e un <1uarto da un certo Scarnnlino, men– tre gli altri sei erano vuoti. Il Lib– borio e lo Scar:mtino erano ccm1)a– gni di causa ed erano giunti <la poco, entrambi condannati alla pena del– l'erg11stolo. Eruno siciliani, dello stes.so •paese, e membri di una nu– merosa associazione. L'agente che quella mattina ci sor– vegliava era buono e lo Scarantino ne approfittò per (lrcgarlo '1i lasciar– gli rivolgere la parola al suo vicirio, compagno di causa. Glielo acconsentì e si formò per ascoltare quello che si sarebbero detti; per curiosità si fer– mò il Lai e mi formai anch'io. Rilcrisco la conversazione come 1>ii1 tardi la riferii a un giudice chiamato dallo Scarantino, che fu egualmente riferita dal Lai e dall'agente. Scnra11ri110: Perchè hai dello che ero anch'io con voi quando avete uc– ciso quel disgraziato? l,ibborio: lo l'ho detto perchè lo ha detto prima ... (e fece un nome che non ricordo). Scarorrtiuo: Ma se è stato un in[a- 86 me <1uello pcrchè hai \'Oluto esserlo anche tu? Libborio: Scarantino non offende– tf', perchè sapete che non sopporto ofTe!!Cda nessuno. Sctirrmtiuo: Vile disgraziato assas– sino cltc non sci altro, Ili sape,,i che l'altro lo a,•en ratto 1>er ,•cndicarsi di mc di avergli rifiut11to la lll31l0 di mia figlia; ma tu che sci anche pa– dre, come hai potuto assecondare una azione simile? Ubborio: Vi ho già dello di non offendermi; e se ho conformato quel– lo che a\'eva già detto il pretendente di vostra figlia è stato verchè fin che ho potuto sopportare le lorture, ho nf'~ato ogni cosa, e quando non m· ho pili potuto ho detto che era vero tutto quello che l'altro 1n•m•aconfos– sato. Sct1m11ti110: Anch'io sono stato tor– turato e hai visto anche tu in che condizioui mi avevano ridotto, ma non ho firmato nessun ,•erbate perchè sapevo che avrei commesso un"infa– mia contro voi altri. Ma J>Oi perchè in causa non hai detto l:1 verità? lo sarei stato assolto. - E acoppiò in dirotto pianto. Uborio: Con quello presente do– ,,evo dire come voleva lui. L'agente, :n<cndo capito che la con– versazione dei due a,•rebbe potuto degener3re in una <1uestio11e,proibì loro di continuare. Terminato l'ora ciel p11sscggio,tor– nalo ciascuno nelJa propria celJa, lo Scarantino chiese un'udienza slraor– dinaria col capoguardia perchè gli permettesse di scrivere a un giudice o, salvo il vero, al Procuratore Gene– rale. Non sapendo scrivere gli ru mandato lo scrivano.
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