Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954

A fuorviare gli operai t1ppassiona1,;, alle letture e alle co,r,fercn::.e corr– lribuisce però anche l'avversione che è iu molti di loro per il proprio Lt,. -voro. Il lavoro è per moltissimi opercti una noia; qualcosa di estraneo, di penoso. Questo spiega il fatlo che in molte Università Popolari i corsi di tecnologia so110meno freque111ati di <1uellidi istru::.ionc ge11crale, e che sùt più frc<1uenlc trovare nelle case operaie libri <li politica, romtm:i, magari opere filosofiche, che trovare nwnuali lecnologici. Anche 11el nostro campo fo cultura professiomtle è trascurata. Molti « intellcuiwli » 11011-1osso110 scriverne pcrchè non se ne ùuemlo110, e gli operai e,I i tecnici 11011-1manotrattarne. Così. il problema c/ell'apprcntissage è trw;curat.onei sindttcati e nei circoli, nella propaganda orale e scritta. Il fatto è spiegabile. ma 110,r, r>erquesto è meno da cleprccarsi. E' spiegabile perchè se l'imparare bene il proprio mestiere era sent.ito ,come ww necessità dall'artigiano che dalle maggiori ca1mcità professio,utli traeva un pro.,simo e diretto vanwggio, no,r, può generalme,tte esser sent.ito oggi che la speciali::.::.a::.ione e lo s/rurrame11t.odel lavoro re11dono l'officina estranea alL'operaio. Il valore che tweva l'abilità professionale nel compagnonage o nella corpora::.ione medioevale ,wn lo può avere nel sùtdacato o<lierno, che è or– gano di loua più che di. pr0<luzio11e.Ma lo può avere nelle cooperative, in genemle, là e/ove ci sono operai che hamio coscien::.atiella forza di eleva• ::.ione che ha il lavoro per/e::.ionat.o. La formula « l'emancipa:Ume <lei Ja. voratori deve essere opera dei lavoratori» hc,, anche sotto quell'aspetto, significato di met.odo e valore momle. Lo sviluppo ·del capitalismo, se porta con sè lo sviluppo del tecnicismo ultra-specializzato, tende a distruggere l'or,eraio completo il mastro di bot• tega. Il lungo tirocinio degli apprerulisti è sempre meno necessario., poichè l'operaio è sempre più « appendice della macchina». Di questo ttsservimento dell'operaio alla macchina si resero subito conto i socirrli.stidella prima lntemazionale, ed il Varlin, l'intelligente legatore di libri caduto eroicamente durante la Comune, non si stancava di racco– mandare ai propri compagni di lavoro il consiglio di imparare bene il me• stiere, per opporsi alla tenden::.a padronale di sostituire gli uomini da fa• ticti agli operai. . La specializzazione del lavoro non esclude il perfezionamento tecnico, poichè la eccessiva 11peciali::.zazionedelle lavorazioni in serie è un portato del regime capitalistico più che una esigenza tecnica, e verr'à un giorno che l'organizzazione del lavoro verrà a rimet~re in valore l'opera individuale nel senso più umano della parola. La cultura pro/essiouale può accelerqre questo ricorso evolutivo, osta• -colando le attuali forme di sfruttamento e preparando le condizioni intel– lettuali del trapasso sopraccennato. Imparare bene il proprio mestiere è un dovere! La forza uumerica non basta, e poi è una forza fluttuante e mutevole. Bisogna che il vasto alone di simpatia che i partiti di avanguardia si /or• 80

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