Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954

privilegiati. Non ci seno, insonuua, da una parte un uomo-massa, anonimo, volgare e privo di esigenze ideali, e dall'altra degli indh•idui che riescono a mantenere intatta la loro nobiltà e il culto dei valori supre1ui; o, per meglio dire, gli uni t: gli altri esistono, ma mescolati. Vivendo, come vi– viamo, tutti in una stessa socielà, ci trovian,o tutti a essere in certi momen– ti degli uomùii-11rns.~a; d 1 11hrn JHtrte, riusciamo tutti (o almeno dobbiamo crederlo) n essere, in altri momenti, degli individui dotati di .!!Clltimenti, bisogni cd esigenze morali che non sono quelle della foll11 auoniurn. Quel che carallcrizza lo s1a10 di massa non è, nè può essere, il fatto che csi.ste una distinzione rigorosa tru 111 massa e gli altri: se cosi fosse, avremmo l"imma– gine non giì, di uno stato-di-mussa, ma di una soeielà aristocratica pili o me– no coerente. Se parliamo di società di massa, gli è in quanto abbiamo l'espe– rienza del miscuglio e della confusione, e cioè, se si vuole, del conlraslo tra quel che noi siamo in <1uanto individui e una situazione sociale uella quale le nccessiti1 1 gli aulomatisuli e le servitù collettive sono particolarmente re– Irattarie sin nlle esigenze particolari dell'individuo che ai valori te nobili• cui l'individuo, almeno a tratti, as1>ira. Sem1>lifìcnndo assai, si può dire che una società di mnssa è unn società dorn l'esperienza della neccssi1ì1 è mollo forle, e nelJa quale noi ci sentiamo souoposti :-i una forz:i maggiore che, mentre non è dellnta da una norma razionale, non è nep1mre il risUhato della somma dei desideri individuali, mn semplicemente della vita collettiva: del fotto che noi ci troviamo in mezzo agli ahri, che gli ahri sono attorno a noi, e che ciò crea delle condi. zioni ineluttabili non scelte da nessuno, ma causate da tulli insieme. L'espe– rienza della società di massa è l'es1)erienza di un disordine retto ,)a leggi di ferro. Una situazione di necessitì1 è una situazione nella quale, .in quanto par– tecipa alla vita colletti,,a, l'individuo compie automaticamente o è costretto a compiere per la maggior parte del tempo degli atti non-liberi, a fare quel che fo non perchè gli sia naturnle, o lo ritenga giusto e ragionevole, ma sem– plicemenlc per evitare i mali e le complicazioni che gli verrebbero daU'agire altrimenti. Questo può essere pii1 o 1.neno J>Cnosoper l'individuo in quanto unilil in una massa. Si può dire .in generale che la situazione 110n di1,-e11tc1 t>essima fi11chè no,1. si cristallizzi in una oo/onM politica totalitaria, la quale imponga a tutti i11di$ti11tamentc e inflessibilmente la regolo che le esigenze ,lell'i11dividuo · 'tlamro interamente subor,li11ate alle esigenze ,lei/a collcuività. Ma, dal pun– to di vista dei valori l'uhurali, delle esigenze di verità e, pii1 profondamente, della coscienza individuale, s·i tratla indubbiamente di un:, situazione estre. 1na ed estremamente difficile. Giacchè la verità, come del resto tutte le qua– ]itit intime di cui si nutre Ja vila dell'individuo, non esigono soltano di non essere oppresse, o di esser lasciai.e libere: esse hanno bisogno, per essere autentiche, di essere liberamente cre,lute, cercate e volute. Ora, nella misura in cui l'esperienza che l'individuo ha della vita so– cia.le è un'esperienza di servitlt e di atti non liberi, e-gli non solo domanda 77

RkJQdWJsaXNoZXIy