Volontà - anno VIII - n.1 - 1 maggio 1954

Grandezza morale. Luisa Michel fu dol principio alla fine un continuo sacrifìcio. Non visse mai 1>erse slessa, non cercò mai alcuna soddisfazione J>ersonale. Seguendo il corso della sua vitn, CJ)Opea lugubre e illuminata di un essere umano che si dibatte fra le strette della barbarie perfezionata del mondo moderno, s'impone il confronto di lei coi primi martiri della fede eris1iana, come in altr.i quello con la vergine di Lorena ch'ebbe i natali nella sua slessa lerra. Non SCJ)pe mai rinunciare ad un'esistenza di povera ope• raia, austera e ascelica, nè far altro che donare quanto aveva in mano, nella testa e nel cuore. Si può dire di lei, come si dice dei santi e dc.i redentori, che ha data 13 propria vita; ma non l"ha data per compiacere agli idoli ue. hulosi del cielo; l'ha dota per mm causa ,,iva, terrcslre, palpitante. Luisa l\lichel fu, sopratullo, la grandezza rivoluzionaria. Ella $Ì era consacrata nlla rivoluzione, Ella incarnò la rivoluzione. L'istinto la portò all'opposizione e alla lolla contro l'ordine costituito. Repubblicana sotto Na1>oleone (« ... com'era, bella fo Repubblica sollo l'Impero ... )> doveva seri• ,•ere 1>illtardi) quando sotto il nome d.i repubblicano si raccoglieva il fronte urtico contro i dominatori, anarchica dopo il tradimento della repubblica borghese del 18il, <111:mdo socialisti e anarchici si univano contro il folso dcmocralicismo uifìciale: « Noi' combattUmro co11tro il com,me nemico. lo non mi occupo delle questioni particolari, perchè so,w con tutti coloro clie attt1cc,mo cou la :.trppa, con la mina o col fuoco l'edificio 11wlede1.toe/ella -vecchia società». Il solo rimprovero che si possa fare a quella santa della Rivoluzione è di essere stata troppo buona; <li avere riposta 1roppo generosa ,fiducia in gente che non la metilava i di avere troppo spesso consentito che le loro belle pa'role s 'impaclro:i.issero de1la sua anima grande; di aver troppo n1>esso - perchè attribuiva agli altri le sue qualità - confusi gli arrivisli con gli apostol.i. Ma si è sempre ripresa per portarsi più schiettamente in :u•anti, poichè (e non è <1ucsto ';l"o dei caratteri meno singolari della sua fìgura singolare) ad onta del suo tesoro cli sensibilità, di pieti1 e d'altruismo, non si laacia,·a mai guidare, t.ra il groviglio delle idee e il tumuho delle cose, che dal.la ragione. Possedeva l'intuito delle forti convinzioni che fanno i veri rivolu• zionari: il pericolo delle ltansazioni; la neccssilà hnperiosa di meseobre il renlismo e l'azione al sogno; In necessiti,, incombente al proletariato, di conquistare tutto se vuole conquist:ue <1ualchecosa. Parlando dei martiri della rivoluzione, nelle sue memorie, scrisse: « /.,'erba cresce più folta e piti alta sui loro corpi. Ma la liberazione 11011 viette. Gli è perclrè il popolo l'implora invece di prenc/crla >,. E altrove: « Se la rivolu:.ione incombente .sulla t..erm lasciasse qwrlcosa del vecchio mondo, sarebbe sempre da rico• minciare »! HENKI llARBUSSE: 58

RkJQdWJsaXNoZXIy