Volontà - anno VIII - n.1 - 1 maggio 1954

stolo ha mai superali, senza dubbio costoro hanno intravista l'immensità della sua figura. E' pure fuori di dubbio che una parte delJ'opinionc pubblica borghese fu sconcertata da alcuni dei suoi gesti, ad onta delle stravaganze ignobili con cui s'adoperavano i direttori delJa coscienza pubblica a deformare i suoi atteggiamenti e il suo carattere. NeJ 1871 dinnanzi al Consiglio di Gucr• ra di Versailles - un tribunale di carnefici - ella fece di tutto per es• sere condannata a morte: senza iattanza, con una calma, una naturalezza, una lucidità e una nobiltà clte fecero paura ai suoi giudici: e non si osò fucilarla. Se aveva esortato i giudici militari a colpirla, gli è che pensava « dover nuocere alla wusa di Versailles l'esecuzione ,li una dorma)>. Più tardi, rifiutò la grazia. Si agitò - come una madre si dibatte per salvare il proprio figliolo - per fare assolvere il degenerato Lucas (una s1>ecie di Vilain) che aveva tentato di ucciderla e non era riuscito che a ferirla grave. mente. In questi atti, e in molti altri ancora, si rivelava, ad onta di tutto, la sua « santità ». Ma era soltanto un'impressione confusa, che non si vo– leva approfondire; impressione che ritroviamo nell'ardente - ma incom– prensibile - poema dedicatole da Victor Hugo: Virgo Major. Ma non si può dire che ella sia stata apprezzata nel suo giusto ,,alore, neppure dai 1>artiti politici ai quali appartenne: dall'opposizione repuh• blicana, sollo l'Impero, e, piii tardi, dal partito anarchico. Ed anche oggi mentre a molti altri precursorj della latente rivoluzione sociale è stato ri– conosciuto il posto che loro competeva, la ilisionomia di Luisa Michcl è ri• mastn nebulosa cd ammirata quasi a caso. La sua grandezza l'isolava, come avviene sempre a coloro che troppo sorpassano gli altri. Ques1a grandezza ci appare oggi intera, nella quiete e nel silenzio del passato. Grandezza intellettuale. Luisa Michel fu erudita; di una cultura enci– clopedica, ap1lassionata alJe scienze esatte e alle scienze naturali, applicava ininterrottamente Jo spirito inventivo e preciso a seguire i'I progresso delle idee, studiare i misteri dcJla natura (a lei si devono persino delle curiose scoperte botaniche com1liute durante Ja prigionia a11a Nuo,•a Caledonia, dove trovò il modo e il tempo di imparare i dialetti dei Canachi e d'in– culcare ai cannibali della penisola di Ducos, le nozioni della libertà e della# dignità umana). Fu poetessa, e non cessò mai, ad onta della esistehza mo– vimenlata e tragica, dall'esprimere in versi i sentimenti e i pensieri che Ja tormentavano. Ha lasciato un grande numero di versi d'ispirazione roman– tica e animati dallo spirito rivoluzionario; e romanzi e lavori drtnnmatici, il cui ricavato non impiegò mai se non ad alleviare le miserie ond'era cir– condata. Ma Ja poetessa non è di quelle a cui convenga l'arte per l'arte. Nessun poela ha più vigorosamente di lei proclamato che l'artista ha una missione sociale da compiere, e che l'opera d'arte deve essere un'azione. Fu J>nre un'oratrice geniale ed ebbe il privilegio di esaltare le moltitudini e di far loro sentire il loro proprio J?;rido. 57

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