Volontà - anno VIII - n.1 - 1 maggio 1954
orecchie perchè non poche volte ci porta a confondere quelle che sono le aspirazioni dei parLiti Hberali e democratici con quelle che sono le correnti sociali e politiche del libe– ralismo. E queste ricorrendo spesso potrebbero suscitare qualche malinte– so, così il Rocker, a ragione per non dare luogo ad equivoci afferma: «che frn liberalismo e democrazia esiste una differenza essenziale che pog– gia su due interpretazioni diverse delle relazioni fra individuo e socie– t.à. E' bene si tenga presente che qui si parla delle correnti sociali politi– che delle idee del liberalismo e del– la clemocrazia, e non delle aspirazio– ni dei partiti liberali e democratici, che sono in rapporto inverso ai loro ideali origina/,i, nella identica rela– zione a quella dei teutntivi di rea/.. politica dei partiti operai rispetto al socialismo ». E non sono certamente amici della libertà coloro che vorreb– bero imporla colJa violenza, come una camicia di forza, mentre essa ]a si può conquistare solo attraverso e colla Jibertà. E nel concetto della )i. hertà e dei mezzi per conseguirla e nell'esposizione dei suoi termini rea– li, egli non risparmierà la critica a coloro che nel nome e col nome della libertà vogliono il suo contrario, e così egli avrà parole dure contro Rousseau che nel suo« Contralto So– ciale» afferma che « chi rifiuterà di obbeclire alla volontà generale, lo si obbligherà da tutti a quest.o, i/, che significa che lo si obbligherà ad esse– re libero» Rocker dice: « Lo si ob– bligherà ad essere libero! La libertà della camicia. di forza del potere ciel. lo Stato! V i è una parodia peggiore di questa a,I ogni sentiment.o liber– tario? Vi è. molta insincerità e m.i– st.ificazione nella dollrina del Rous- 54 seau, che talvolta trova la sua spie– gazione nella spaventevole ristrettez– za e nella sfiducia morbosa dell'uo– mo. Quanta sottigliezza scoraggiante . ed ipocrisia ripulsiva si nasconde in. quelle parole ». Perchè, « quello che Rousseau, chiamò libertà, è la libertà di fare quello che lo Stato prescrive come guardiano della volontà gene– rale dei cittadini, è la concertazione di ogni sentimento umano d'accordo ad un tono solo, è la soppressione della ricca diversità della vita, è la meccanizzazione di ogni aspirazione in ,u,rme determinate ». Ma tutta l'opera, esposizione, ana• lisi e critica dei vari concetti e hm– zioni deUo « Stato », della autorità e del Suo contrapposto la libertà, è imJ>ortante. Perchè, partendo dalle radici che producono e riproducono l'autorità, attraverso ad un profon– do esame della « teologia· politica~ arriva alla dimostrazione della possi– bilità, della necessità, di una società senza Stato: « una economia senza capitalismo e una societù senza Sta– to ». E si sofferma, - e sono capi• toli importantissimi, sul liberalismo e Ja democrazia - perchè questi han. no avuto una grande influenza sul sorgere e lo sviluppo dello stesso mo– vimento socialista. E' chiaro, e mi sembra quasi su– perfluo il dirlo, che quando parla di idee Jiherali il Rocker non si riferi– sce per niente a quel Liberalismo in voga Cra le due guerre mondiali che pur di fronte all'esperienza, da una parte bolscevica, e dall'altra nazi-fa– scista, sostenevano che l'Europa non aveva più che da decidere fra comu– nismo e fascismo, e che altro cammi. no non restava, idea questa a suo tempo molto diffusa negli ambienti «liberali)) europei e nord americani,
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