Volontà - anno VIII - n.1 - 1 maggio 1954
tale del 26 giugno 1950 &uUa dire– zione delle fabbriche statali ad ope– ra degli operai viene detto a pag. 5~, 3@ par8J;rafo dell'edizione tede– sca: « per assicurare una direzione a– Wltta, tecnica della fabbrica il di– rettore sarà nominato dn una supe– riore nutoritì1 economica o da com– petenti organi statali ». li Consiglio di fnbhrica si limita a J>articolnrità tecniche ed il Comitato di fabbrica a questioni sociali. Sulla produzione decide il direttore insediato dalle au. toritì1 superiori in accordo colle di– rettivf' dello stato. Lo Staio decide ciò che de,•e essere 1>rodotto, non i lavoratori. I diritti dei ln,·oratori so– no naturalmente pii1 grandi di c1u11u– to non lo fossero sotto la monarchia. Loro hanno attuato una riforma a– graria, <,'fnanatouna legge riguardan. te i Comitati di fabbrica e regolano la J>roduzione secondo un piano r>re- 81:abilito. Ma credono loro che ,>cr questo era necessaria tuHt rh·oluzio– ne? Può essere giustificata la dittatu– ra da <Jucste riforme? Analoghe no– ,,ità si hanno oggi in molti paesi sen– za la dittatura del proletariato. ln alcuni paesi retti dalla borghesia i C.Omituti di fabbrica hanno un dirit,. to di ~ecisfonc nrnggiorc che non da loro! u Le risJ)onderò Ira poco » 1 mi rispose il compagno Skladi « però mi lasci dire che noi abbiamo abo– lito la proprietà pri,·ata nei mezzi di produzione e che le fabbriche sono etale nazionalizzale ». « Dica piullosto statizzate che na– zionalizznte, cosi sarehhe e&presao con maggior proprietà. Comunque sin, la nazionalizzazione è una magra consolazione per i lavoratori, pcrchè proprielario è lo Stato e la direzione superiore sia nelle mani dello S1ato. E di c1uesto ella. come socialista, ha poco da essere orgoglioso. Le de,,o io ricordare che le prime statizzazi<r ni e del resto anche le prime leggi ri• guardanti le assicurazioni sociali fu. rono introdotte da Bismarck? Bi• smarek, però, era tutto meno che so– cialisla. Questo Junker conscn•atoro sapeva che attraverso la sua politica lo Staio rice,•eva una piia solida spina dorsale, ma che i la,-cratori veni\'ano ifruttati come prima, Oggi si è fatta strada la convinzione in larghi strati del movimento socialista che la sta- 1iz7,azione non è sinonimo di sociali. smo, e, se sono ben infonnato, anche Tito ha espresso la slessa opinione a piii riprese. li partito comunista yu– goslavo è teoricamente per l'abolizio– ne dello Staio. Io vorrei crederlo vo– lentieri, 1>erò nelle loro fobbriche non si nota ntoho di questo ». « Lei si sbaglia. oi abbiamo or• gaatl su1>eriori di amministrazione nell'economia. i c1uali ,•engono scelti dagli operai delle fabbriche. Questi organi sono chiamati oggi, già oggi, a decidere e in un ruturo sostitui– ranno com1>letamcntc gli organi sta– tali di economia ». « Ciò che accadrì1 iu futuro non è il caso di discuterne oggi. lo ho co– nosciuto due paesi nei quali i lavo• ratori realmente amministravano le fabbriche. Il primo era In Spagna re– pubblicana durante la guerra civile; il secondo Israele, do\'e In maggior parte deUe imprese economiche ap– partene,•a alle maestranze. In tutti e due questi 1>aesinon vi era. ciò no– nostante la dittatura del proletariato. per il fallo semplicissimo che il par– tito comunista non era sufficiente• mente forte per stabilire la ipt,opria dittatura in nome del proletariato. Nella Spagna il 1>0tereera diviso tra 41
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