Volontà - anno VIII - n.1 - 1 maggio 1954

lìnora del progresso o retroceHione del movimento libertario spagnolo dal luglio '36 in avanti. Non sono di .accordo, come dirò, con tutti gli .argomenti che Richards espone: ma ciò non toglie io consideri che egli ha presentato in modo estremamente ,convincente le testimonianze da cui risuhnno gli errori dei dirigenti del– la CNT nel collsborare ifino ud en– trarvi con il governo spagnolo. Egli ha anche mostrato molto chiaramen– te come Jj quegli errori s.i siano gio– vati costantcmenle i comw1isti, nei loro piani intesi a realizare il con– trollo della Spagna per Carne una virtuale colonia della Russia stali– nista. Infine Richards ha dedotlo da– .gli eventi esposti alcune considera– zioni sulle difficoltà particol11ri che incontrano j movimenti anarchici in periocli di azione sociale, conside– razioni che meritano di essere atlen• tamente meditale. S'intende che forse è possibile esa– gerare l'insegnamento particolare di eventi storici determinati, perehè non c'è nessuna probabilità che s.i ri– produca In situazione prodottasi iu S1rngna. Ci troveremo sempre da– ,,anti un insieme 1otalmcnte diverso di circostanze, che richiederanno la loro 1>ropria sei:_ie di decisioni ed azioni nd hoc, e per use potremo magari 1rovarci altrettanto imprepa• rati <1uanto appare che fossero nel loro 1empo la pii1 gran parte degH anarchici spagnoli. t però chiaro che, comun<1ue, gli eventi storici possono almeno darci delle lezioni ge11ernli: possono insegnarci alcu– ni larghi orientamenti d'azione, ca– J>acipossibilmente di assicurare una cerla misura di successo tali certa• mente che il trascurarli conduce al disastro. t stato lungamente discusso negli ambienti di sinistra se ci.ò che è ac• caduto in Spagna nel luglio 1936 ab– bia costituito una vera rivoluzione . Se ci si aniene alle definizioni dei manuali si potrebbero trovar ragioni per negare tale titolo, poichè 11 po– polo è entrato in azione contro j nemici del governo in caricn, non contro il governo stesso. Qualunque siu il carattere dc jurc degli avveni– menti, penso però non vi sia dubbio che essi costituivano una situazione de facto rivoluzionaria. Il potere del governo di Fronte Popolare era in conlinua diminuzione, non aveva un appoggio pieno nè dalle is1itu– zioni cl'autoritit - l'esercito, la ,,oli– zia, la chiesa - nè dal JlO!lOlo.per cui si può dirne, come Harringlon disse della Guerra Civile ·inglese: « La dissoluzione di c1uesto governo portò alla guerra, non g:ii, la guerra causò la dissoluzione del governo ». La inettiludine del governo spagnolo aveva difoui crealo nella società un ·vuoto entro il <11ialesi agitavano le forze contrastanti dell'esercito (con la polizia e la chiesa al suo seguito) e del popolo. L'urlo era ine,,itabilc in una forma o in un'altra. l\fi pare molto poco probabile che il popolo - eccezione fatta al pili per i militan1i della CNT (' del POUM- pensasS<'vcrnmcnte in ter– mini rivoluzionari il 19 luglio. Pare 1>iuttosto che in quell'istante il po– polo sia stato u1osso sopr_atutto dal desiderio cli salvaguardar<' contro In invasione delle forze as!mlutiste i re– lativi ;..'1.aadagni realizzati do1,o la ca– duta della monarchia - cioè al fon– do la stessa s1>ecie di desiderio che ave,•a dap1>rima spinto i parigini a resistere all'esercito francese al prin. ('ipio della Comune nel 1871. Fu 13

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