Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954

la po1>0lazione soffre ,,cr la mancaw za di generi alimentari. I motivi cli questo ci sono uot i >1. « Il paragone non ca lui. col nostro paese», mi disse il compagno Janko. « Come ella può vedere noi abbiamo t.olto il razionamento e in pnri tem– po aocbe l'obbligo dell'ammasso. Presso di noi il contadino ha il di– ritto di vendere i suoi prodotti li– beramente in campagna. Lo Stato non impone un calmiere. Per evitare 1nezzi da strozzino i generi alimen• tari prodotti dallo Stato sono offer~i al mercato ad un ,,rezzo inferiore del 15 iler cento. ln questa 111.:micranoi mettiamo un rreno alla speculazione. EIL-t do,•rehbc dare un'occhiata ai mercati sulle 1mhbliche piazze: è molto istrullÌ\"O, Il mercato di Belgrado è degno di una vista. Vi si lro\'ano generi ali– mentari. (vestiti nuovi e ,•cechi ed al– tri oggétti. J contadini portano sui loro carri anche botti piene di vino e acc1uavite ottenuta dalle 1>rugue, il famoso sliwowitz, e ai clienti ,•cn– gono offerti assaggi. Nei ne~'()zi ali– mentari statali i generi alimentari sono notevolmente pili a buon mer– cato clte 11011 presso i contadini. Pres– so i negozi economici statali, però, i generi dis1,onibili sono giì1 tutti venduti alle nove del mattino. Chi arriva pili tardi deve recarsi ai po. ' sti di vendila dei contadini nei qua– li vengono richiesti 1•rczzi maggiori. L' atteggiamento dello Stato nei confronti elci contadini è oggi pili liberale. Alla fine del ]951 lo stato ha aumentato le tariffe fer– roviarie. Il risultato ru che i conta– dini non ,,euivano pili così nwnerosi come per i] passato al mercato di Belgrado. Telle città di provincia i prezzi di,·ennero meno alti, mentre nella capitale coutinua\'ano ad essere come 1>rima- L'amuento delle tariffe ferroviarie si ripercosse sfa\'orevol– mente sulla J)()polazionc la.voratrice della città. Una corsa in tram a Bel– grado venne a costare 15 di nari, Se con un guadagno di 100 dinari si de– vono dare 30 per corse non rimane molto per vivere. 11 Guardi <1uesli begli edifici nuO• vi >1, mi disse durante •ma llasseggia– la un vecchio signore, col quale mi ero conosciuto in un caffè di Belgra· do. << Sono abitazioni per gli ufficia– li. Sì, per gli ufficiali si ha molta cu– ra. I signori delle nostre forze arma– te ricevono più legna da ardere di <1uanta ne abbisognino e vendono il superfluo a prezzi da strozzini l>. li mio compagno ave\'a s1t1dia10a ViCn– na ed era pieno di entusiasmo per la ,·ecchia monarchia austro-ungarica. << Quelli erano bei 1empi », sos1>irò, << Questo può essere >l risposi, << però i.I inondo non rimane formo, il nostro tempo è ricco di rapidi cambiamen– ti J1. Qualche giorno pili tardi chiesi che cosa pensasse sul regime attuale del suo paese.·Egli 111i sorrise amabil– mente e disse: « Aucune rcponse est aussi une reponse >1, e subito dopo se ne andò ra1lidamenle. Il suo reSflOn– so da oracolo mi rese 1>ensicro50, Una risposta <liscrela ari una domanda in– d·iscreta- A\·emmo una scrala nella soffitta cli uno studente macedone. Erano \"e– nuti parecchi amici: uno studente di medicina, uno di economia cd uno di diritto. L'ambiente assomigliava ad un'adunanza di studenti all'epo– ca della Russia zarista. L'amica del nostro ospite si dava da fare intorno ad una primus. 659

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