Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954
pcrtamente e <Juesto dimostra, a quanto mi sembra, che non si teme la dittatura ,,. « Cosi completamente liberi non si è affatto» disse in ri!posta un a.l– i ro commen.sale. « Se quelli in alto potessero leggere i miei pensieri e scoprire i raggiri ai quali siamo co– stretti a ricorrere per poter uscirne fuori, Doze mojo, mio Dio, qual– cuno di noi avrebbe un laccio intorno al collo. Crede lei clic si potrebbe vi– vere giornalmente con 150 dinari, quando qui nel rislorante popolare si ~eve pagare pila della metà dell.:i paga giornaliera J>er un semplice pranzo? ». « E bisogna aggiungere che negli ultimi anni va meglio, s1>ecialmen– te da <1uando Tito s'è staccato dal Coruinform )) disse il ,•ccchio signo• re. t< Ora si è aperta una finestra ver. so occidente, attrn,·erso la <1ualepos. siamo vedere nel vasto mondo. TI passato era hltio 1 ora possiamo spe• rare un futuro piì1 luminoso». e( Questo risuona molto lusinghie– ro n disse In filologa, « però con <p1csto uno non riesce a saziarsi. Ie– ri ho portato il mio servizio da caf– (è allo spnccio statale. Gli abiti da sera, il cannocchiale, la macchina fo. tografica erano già 1u1rtiti. A che co– sa serve un servizio da caffè, se un chilo cli caffè cosla 1>il1di clucmila dinari, cosa che un comune mortale non si 1mò 1>erme1tcre ». « Che cosa è 11110 spaccio statale? ,. chiesi. « Un negozio aperto dallo Stato », mi diede in ris1>osta. « Le merci che vi 1vengono JX>rlntc sono vendute con una tassa del 10-15 per cento. Vi si porta tutto quello di cni si può fa– re a meno e talvolta anche l'indispen– sabile. La fame è notoriamente - 658 come dice un poeta tedesco - lo sti– molo fondamentale uell'uomo ». Nel vicino spaccjo stnlale guardo i prezzi: un paio di calze nylon, 1.500 di nari; un paio di scarpe per donna 6.000; un'arancia 60. Allorchè io J>iù tardi espre55i la mia meraviglia alle maestranze per questi prezzi così alti, mi si disse: « Naturalmente non ci va bene. Però ci sono i motivi. I tedeschi hanno razziato il paese; durante la guerra non si produsse 1uolto; del pari il cambiamento sociale ha porlato del.le diffìcohì1 iniziali. Si aggiunse– ro due raccohi sfu,·ore\-oli. Tutto questo ha un inAusso sulla situazione economica. Noi crediamo, però, cli a• ver su1>eralo il 1mnto cruciale. Noi siamo sulla 1>ianura e nessuno l)UÒ negare che negli ultimi n1esi la situa· zione è migliorata. Con l'occidente a dire il 1, 1 cro, noi non ci possiamo pa· ragonare. Non si deve scordare che fi– no a 1>ocotempo fa eravamo un 1>ae– sc ngrario retrogrndo. 1 oi siamo an• cor oggi una parte della Balcania: la Bosnia, l'Erzegovina, il Montenegro e la Macedonia sono assai poco 1vi– ln1>1>ali economicamente. Osservai allora: « Proprio in un tcrrilorio agrario non vi dovrebbe essere mancanza di mezzi .di sussistenza. Hanno loro :,. vuto nella loro 1>olitica comunistica scm1>re una mano Cclice? ron dipen· dono le difficoltà in r>arle da una po– litica agraria sbagliata? Forse i con– tadini non hanno voglia di 1>rodurre· di 1lii1, 1>erchè a loro non rimane nul– la. Gli esempi di questo ci vengono dall'Uitione sovietica, dalla Ceco-slo. vacchia, dalla !Polonia e gli altrj pae– si al di là della cortina di ferro. Tut· ti questi sono paesi agricoli. eppure
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