Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954
internazionalisti tedeschi, ma il pre– giudizio patriottico prevalse, e Ja guerra non si potette im1>edire. Le scon>fitte degli eserciti !rancesi, la capitolazione di Sedan, dovuta a1- l'ineapacità ed alla codardia di Na– poleone, quella di Metz dovuta al 1radfo1ento di Bazaine, <1uelladi Pa– ri1,,ri ·sospetta anch'essa di tradimen- 10, la pace vergognosa dopo le van– terie, offesero ed irritarono sempre 1>ii1il sentimento nazionalista. Le intenzioni di restaurazione monar– chica. che chiaramente mostravano il governo e 1'assemblea, fecero sì che ~uasi tutti gli elementi rivolu– zionari credettero che la sola e gran– de questione del momento era sal– ,,ar la repubblica dal pericolo della restaurazione. Il desiderio prevalente fra il po• 1>010di Parigi era di costituire un governo veramente repubblicano ... e rifare ]a guerra alla Germania per prendersi la rivincita. Quando ad un tratto, inaspettatamente, in seguito alla fuga del governo dopo i.I fallito tentativo d'impossessarsi dei cannoni che In guardia nazionale era riusci– ta a salvar dai Prussiani, Parigi si tro,•ò padrona di se stessa e nella ne. cessitìt di provvedere ai suoi dcstinj, e di difendersi contro i tentativi di repressione che il governo rifugiato• si a Varsailles stava per fare. Si fece fronte alla situazione se– condo che le circostanze lo impone– vano; ma senza comprendere 1a ne– cessiti, di rivoluzionare la società e di portare ]a rivoluzione fuori Pari– gi, fr:t i contadini, non fosse che co– me il solo mezzo di poter vincere nf'lla lolla materiale. V'era certamente chi inteodev:i s,•ilu1>pare il movimento in rivolu– zione sociale, cd il popolo, in <1uel- 630 lo come in tutti j movimenti insur– rezionali. era animato da un'aspira– zione ()ili o meno vaga alla giustizia cd al benessere. Ma l'idea dominan– te era resistere al.la prepotenza del gcwerno. salvar la repubblica, VC'll• dicare l'onore Irancese. Si proclamò il Comune libero ... in fondo perchè non si aveva modo di im1>orre a tutta ]a Francia la volon– tà di Parigi, ma si nominò subito un governo di Parigi, il <1uale (u un go– verno come tutti gli altri ... non O• stante che nei giorni 1n cui· Parigi era rimasto senza governo - tra il 18 marzo ed il 3 aprile - quando si fecero le elezioni - si era visto che Je cose d'interesse pubblico, meglio che per gli ordini dj un governo, si potevano compiere per opera di tutti quelli che se ne interessavano, me– diante associazioni e comitati che nOn avevano altra forza che quella che dava loro il consenso popolare. Si tentò di fare la pace col gover– no a 1>atto che fosse garcntila l'esi– stenza della repubblica; cd i tenta– tivi fallirono solo per l'ostinazione criminosa del governo, per l'odio cd il desiderio di vendetta dei genernli bonapartisti (pel momento fattisi repubblicani) contro i Parigini, per la sete di sangue e di potere di quel mostro rnornle, Adolfo Thiers, che stava a capo del potere esecutivo. Nell'organizzazione delle forze nr. mate, nella difosa e nell'attacco, si seguirono le ,·ccchie tradizioni mili– taristi che. Non vi furono, è vero, le paghe scandalose degli altri governi, rna fu ris1>ettato il principio di pri,,ilegio e della gerarchia delle paghe, poichè cjucstc anda,,nno da sei mila franchi all'anno che pigliavano i governanti
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