Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954
suoi stessi 1>assi,individui che gli o– stacolano i.l cammino e ahri che glie– lo favoriscono, egJi allora li giudica buoni nel primo, cattivi nel secondo caso, senza rendersi conio che si trat. la Ji <1uelfenomeno di accordo o di– saccordo spo111anco 1 che io cl1iamo « di simpatia o di antipatia di intc• ressi >i. Quando due o piìi individui intuiscono che attraverso una « so– cictì, o comunità di risorse » possono ciascuno raggiungere il soddislaei– mcnto dei propri interessi, entrano in una fase di favore tt:·ciproco (in cerio senso amicizia), nel caso con– trario, di sfovore (inimicizia o con– correnza). L'ancggiamento degli altri llCr quanto volontario ha una spiega– zione sulla base di interessi non nc– c:cssuria111en1.emateriali. Per inciso ricordo che In volontà esiste, ma è determinata; la sua caratteristica consiste nel trascendere la determina– zione stessa, non ueU'evitarla. Ciò ha indotto non pochi pensatori a fare asserzioni assurde circa l'origine e la natura della volontà. Da <1uanto detto sopra si deduco– no due principi fondamentali: il pri– mo dcli'« intcrdi1>endcnza intcrindi– viduale >• o meglio del « relativismo interindividualistico » o o: determi– nismo dialettico interindivi<hrnle »; e il secondo della « s01idarie1à sponta– nen ,,, perchè prima di essere una COOflCrazione volontaria cosciente e rCS!)Onsabilc e un sentimento di Cra- 1ellanza, è un islinto, un bisogno na– turale, una necessità di vita in co– mune. Esaminando1i ohbicttivamen1e possiamo arri,•are a conclusioni chia– re e logicJ1e e accorgerci, acl un cer– to punto, d'avere superate certe no– stre 01>inioni e tendenze errate. La eontracldizione tra tempera– mento e convinzione, tra sentire e 586 dovere è così normale che non è pro• rnio il caso di meravigliursi. Mi stu- 1,isco quando uno per militanza non intenda anzitutto un avvicinau1cnto di. questi due aspctli dcll.1 personali– ti1 umana. L'airnrchismo non è spon– :aneisuio, come non è istintivismo e animalismo, ma è anche spontanci1à. L' individuo dipende dagli altri (che sono a loro volta compresi nel tlctcnninismo ambien1:alc non mecca– nicisticamente inteso), non 1mò rare a meno degli altri. Ciò non significa rhe e:;li nou possa rendersi spiritual– mente svincolato dagli altri. Nel mo– ,,imento in genere verso l'anarrhia (mo,•imento umanislico) vi sono mo– menti e epoche, che per quanto in– distintamente tra milit,mzn generica e specifica, tru simbolicn e effettiva, Ira passiva e attiva, tra negativa e positiva, tra ideale e fattiva, tra uto. pica e costruttiva, tra « inorganica e organica », caratlerizzana ciascun a– narchico. li primo momento è tipi– camente frammentario 1>ro1>riodel– l'individualisticità, o « momento in– dividualislico » propriamente detto in cui « ciascuno opera per sè e con sè », ma. a1>pena « opera anche con altri e per altri >> per un obbiettivo comune, pnssn al « momento colletti. vistico o socialistico », nel quale l'in– dividuo nc<1uisisce In funzione di « socio o associato ». Da socio deri– ,,o « sociismo », sinonimo (per mc) di socialismo, e per cui applico lo stesso criterio di distinzione applica– lo per egoismo e individuismo. Ne– gativo è quello che assorbe l'indivi– duo in maniera tale da impedirgli la (unzione di individuo in nome della collettività o della massa. ,.egativo (, 1u1to il socialismo autoritario. Po– si1ivo il socialismo anarchico, e solo questo. Il socialismo autoritario è,
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