Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954
Non mi voglio azzardare a giudi– care gli iudividunlisti anarchici, iu primo luogo perchè senza dubbio non a1)parteugono ad un tipo unico di individualista; in secondo Juogo 1>crchèci tengo a non suscitare il )o. ro risentimento nei miei riguardi (che dopo tutto sarebbe ingiusto) e a non essere frainteso, perehè io so– no convinto che Joro ed io pensiamo e sosteniamo intenzionalmente lo stesso criterio d'individualismo, an– che se io lo chiamo :mche indivi– duismo. E credo 1>ure lo stesso di quegli anarchici che non si rjtengo– no individualisti. Si tratta di saper– ci inlendcrc sul significato anarchi– co delle J>arolc, deUe idee, dei con– cclii e dei principii. Quel che io vo– glio mettere in rilie,•o riguardo l'in– dividualismo anarchico negativo è l'eiìtremismo (di cui io stesso non sono immune) di questo. '.l.'utti gli cstrcmi~mi sono ncgati,•i. Questo estremismo consiste, a mio 1>arerc, in un: 1 ineoneiliabilità e in– eom1M1ibili1i1 della sua lrnseologia con <111elladegli anarchici non indi. viclualis1i, mentre <1ucllie questi fan. 110 1>ressaproco le stesse cose. Que– sto quadro comparativo non com– prerul._~il gttapismo, essendo <1nes10 (( mas~i,,ta per llrincipio )) e quindi antiindividualisla. Di qucslo neo– marxismo parlerò poi. La mia criti– ca comJ)rendc <Juegli estrcmjsmi for. mali che si chiamano individualismo e socialismo e che convivono nel mo– vimcn10 ,urnrchico, collabornno e pur1u11avia si ritengono lontani e in– confondibili. Invece si tratta di una o piì1 differcrw.iazioni puramente let– lerali, cli ciascuna delle <1uali io con s1u1)orc mi chiedo con1c si possa fa. re una « corrente per se stanle >l. }1c111re, come vedremo a1)prcsso, la Joro comune unica .!!Oluzione è la lo. ro <( fusione ai-mooica » in un lmico insieme di anarchismo costruuivo. Non ci si può intendere quando, per esempio, parlando di organizza– zione, l'uno la concepisce partitisti– camcnte e perciò la rigetta, menlre l'ahro come « impiego collettivo di forze e di possibilità », e perciò l'ac– cetta. Quando 1rnrlaudo dell'inclivi. dualista, l'uno lo intende come asso luta1ueute isolato (il che è assurdoh l'altro come « consapevole e respon– sabile deUa J>ropria indi,•idualiti1 e personalilà e quind.i della propria associabilità - o rapporti d'associa– zione .-- >). Per opernrc bene occorre pensare bene. L'mrnrchismo è dell'individuo e l)Cr )'individuo, esso è n:110appunto in reazione a tulli i soprusi di cui l'individuo è vittima a causa delJ'in– dividu:dismo autoritario (arrivismo politico) e delle organizzazioni cli massa. L'anarchismo non. 1mò non essere essenzialmente individualista. Se l'individuo bastasse a se stesso non ci sarebbe migliore ideologia dell'individualismo assoluto e irrcla– t.ivo, essendo ogni rapporto superfluo e limitativo, ma l'individuo si umo– ve in un ambiente dove si muovo– no innumerevoli altri suoi simili, e si serve di mezzj che contemporanca– ml!nte servono agli altri. Eg]i è, sen– za vo'lerlo, « vincolato e compromes– so» sul piano di inlcse con altri che nemmeno conosce, intese di usi e servizi n·ciflroci; comunque coi,wol– to in sillrnzioni di fatto, che non hn volontariamente detcnnioate. Nes– suno può dire di vivere Cuori di qual– siasi r.l()J)0rto con nitri individui. Dovunque I'« individuo non è e non può essere solo>,. L' iodi,'lcluo in– co111ra, in tutti i suoi momenti, sui 585
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