Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954
11~econdo crea confusione e distrug– ge qucJ poco costruito dal primo. Il 1>rimoalto delJa coscienza è la « co– scienza della propria jgnoranza ». Chi sa ciò che non sa, sa ciò che de– ve sapere. Ora, a proposito di indi– vidualismo e pili o meno per tutti i termini della fraseologia socialista e anarchica, c'è una confusione preoc– cupante. Come per l'egoismo c'è la corrente del pro, e quella del con• tro; c'è Ja corrente o tendenza degli individualisti, c'è la corrente o la tendenza dei non individualisti, che per l'appunto si fanno chiamare so– cialisti, E ciò avviene perchè cia– scuno ha una propri~1 particolare i– dea dell'individualista. C'è chi lo ve– de come assolutamente insocievole, incostruttivo, negativo, avversario di qualsiasi associazione vincolativa e quindi deJJa stessa società, e come tale un valore passivo nel movimen– to o addiri1tura nocivo c contropro– ducente·; c'è chi lo vede, al contrario, socievole, ma giustamente geloso del– la propria individuale (o personale) autonomia, elemento veramente atti– vo pcrchè libero e pertanto il vero anarel1ico, perchè padrone de11a propria libertì1. C'è chi ancora lo confonde col borghese, con l'aman– te dell'ozio, che vuol vivere sul la– voro altrui, ecc. Si cerca continua– mente ed ovunque l'individua1ista (o come io dico l'indivicluista). Ma tutti siamo individualisti anarchici o no, proprio come tutti siamo egoisti. L'in<fo•idualismo è ]a prima natura– le caratteristica sociale dell' indivi– duo, e sull'individualismo, come ta– le non ci dovrebbe essere da discu– tere. Egoista vale individualista, an– che se questo giura e spergiura di non esserlo affatto. Secondo me, non si traila di essere o no individualista, ma di (< sapere essere individuali– sta », di saperlo essere anarchica– mente e socialmente. Individualista non si può non essere, dal momento che si è individuo, se individualista vuol sembrare appunto (< assertore e difensore della propria individuali– tà », come egoista << difensore del proprio egoismo>>. Chi non difende se stesso sia che diventi tiranno, sia che si faccia schiavo? E' questione di « sar,ere quel che si vuole :n. La so– stanza, ovvero cc la volontit, l'inten– zione inconscia » di sa]vaguardare il proprio essere ed esistere, è per tut– ti la stes:;a cosa. Cambia l'espressio– ne, ovvero la forma, e per me la forma ideale, eccellente, che permet– te una massima coerenza con sè e con l,!;lialtri è I.i <e forma anarchica )), In– dividualista ed egoista sono apJJella– tivi JJ1eonastici quando non servono da attributi dislinti\,j di ordine pra– tico. In Condo essi non esprimono proprio niente di nuovo in quanto tutti, a prescindere dalla loro posi– zione di rapporti con gli altri, pos– sono asserire, perchè effettivamente lo sono, di essere egoisti ed indivi– dualisti. E noi ci tacciamo pure in <1uattro, non possiamo dimostrare che uno siruuatore è un altruista, quando evidentemente non lo è. Nè che uno sfrutt.ato è un filantropo, <1uando è una viuima. Infatti, anarchico è, con coerenza logica, chi si è con,•into che il pro– prio egoismo cd individuismo pos– sono essere salvaguardati solo se li– beri dall' oppressione dell' autorità negatrice per principio pratico (an– che se non letterale) di libertà; che per essere lasciato libero, deve la– sciare liberi gli altri; che non può essere ]ibero, se non sono liberi tutti quem che lo circondano. 583
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